Espulso l’imam di Bologna, Piantedosi: “Rivendicava sostegno ad Hamas”

Il difensore di Zulfiqar Khan, in un comunicato, parla del “ritorno ad uno stato di polizia e al perseguimento dei reati di opinione”.

Bologna – Il pachistano Zulfiqar Khan, imam della moschea di via Jacopo di Paolo a Bologna, è stato portato in Questura per essere espulso. Un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per “motivi di sicurezza”. Secondo il Viminale Zulfiqar ha manifestato una visione integralista del concetto di jihad e, tra l’altro, esaltato il martirio e l’operato dei mujahidin nel conflitto israeliano-palestinese, rivendicando il sostegno ad Hamas. Ma l’avvocato dell’imam, il difensore Francesco Murru parla del “ritorno ad uno stato di polizia e al perseguimento dei reati di opinione”.

Non è la prima volta che Zulfiqar Khan fa parlare di sé: a giugno il vicepremier Matteo Salvini ne chiese la sua espulsione, sui social. “Per le frasi d’odio contro l’Occidente e gli ebrei ora, anziché vergognarsi, denuncia il leghista Alessandro Morelli. L’imam Zulfiqar Khan merita soltanto una richiesta di espulsione immediata dal nostro Paese”. Salvini era intervenuto dopo che il capo della comunità islamica bolognese aveva dato mandato a un team di legali coordinati dall’avvocato Francesco Murru di presentare una denuncia nei confronti del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli e del console onorario di Israele per Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia, Marco Carrai, che a sua volta ne aveva annunciato la denuncia.

La disputa sui social tra l’imam di Bologna e Salvini

L’imam aveva fatto notare che la diffusione di un sermone su Instagram da parte dello stesso Morelli con il titolo: ‘L’imam di Bologna invita alla Jihad’ abbia provocato un travisamento di ciò che ha detto. Il console onorario Carrai domenica 16 giugno, era colpevole per l’Imam di aver diffuso una nota stampa diffamante utilizzando il post pubblicato su Instagram dall’esponente leghista, “accusandomi di aver pronunciato delle frasi che sono state dette, anziché da me, da autorevoli esponenti del governo israeliano, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu”. “Dalla documentazione – ha detto l’avvocato difensore Murru -, si deduce che le motivazioni espresse dal ministro Matteo Piantedosi, sono totalmente generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno Stato di diritto nel quale la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento”.

L’imam, sottolinea la nota di Khan e della sua difesa, viene indicato socialmente pericoloso “solo per aver, nell’ambito della sua attività di leader religioso, espresso delle opinioni personali in relazione al conflitto israelo-palestinese. Inoltre viene accusato di aver utilizzato parole discriminatorie nei confronti degli omosessuali e delle donne nel corso dei suoi sermoni (sempre in italiano), citando i libri sacri della Bibbia e del Corano. Niente di più di quanto illustri prelati ed esponenti cattolici hanno già fatto nelle loro omelie in ambito pubblico, ma non per questo vengono o sono stati espulsi dal nostro Paese”.

A questo punto, conclude la nota della difesa dell’imam, “viene da pensare maliziosamente, che il tweet di Matteo Salvini nel quale richiedeva l’espulsione di Zulfiqar Khan, sia stato esaudito con il provvedimento di espulsione notificato oggi all’imam”. “L’atto di oggi del ministro Piantedosi, pare, dunque, oltre che l’esaudirsi delle richieste avanzate dal collega Matteo Salvini, anche una ritorsione ai danni di Zulfiquar Khan, reo di essersi rivolto alla magistratura penale per ottenere giustizia”.

Finalmente lo abbiamo rispedito a casa“, ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, commentando l’espulsione decisa dal Viminale. “Esprimiamo la nostra soddisfazione per l’espulsione dell’Imam della moschea di Bologna Zulfiqar Khan – dichiarano la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, responsabile immigrazione del partito, e il senatore bolognese di Fratelli d’Italia Marco Lisei – Avevamo segnalato con la nostra interrogazione al ministro dell’Interno la pericolosità sociale di questo predicatore di odio, che per il tramite dei suoi sermoni, soprattutto dopo il 7 ottobre, aveva attaccato con inaccettabili insulti gli ebrei, gli americani e tutto il mondo occidentale, rivendicando il sostegno ad Hamas. Dopo la nostra interrogazione con arroganza l’Imam aveva addirittura minacciato di seguire le vie legali contro di noi. Evidentemente le nostre osservazioni e preoccupazioni erano più che fondate. Ringraziamo il ministro dell’Interno Piantedosi per l’attenzione dedicata a questa vicenda e per aver preso le necessarie misure di espulsione. Su questi temi Fratelli d’Italia non arretrerà di un millimetro”.

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