Quattro chiacchiere con Ambrogio Crespi, noto per i suoi film documentario sulla devianza organizzata. Il suo ultimo film “Terra Mia-Non è un paese per Santi” è davvero un diario di realtà drammatiche in una terra dove è difficile nascere, campare e morire onestamente.
Ambrogio Crespi, noto regista italiano, si è sempre distinto per i suoi docufilm sull’impegno sociale; tra i suoi capolavori citiamo: Generale Mori – Un’Italia a testa alta; Enzo Tortora, una ferita italiana; Spes Contra Spem, liberi dentro (vita carceraria); Giorgia Vive, argomento droga; Malaterra con Gigi D’Alessio (Terra dei Fuochi); Capitan Ultimo, le ali di un falco con Raoul Bova (Mafia). La sua ultima pellicola, Terra Mia – Non è un paese per santi, invece è una storia contro la ‘ndrangheta. Crespi, lo scorso Febbraio, aveva programmato anche un tour-testimonianza tra i plessi scolastici della Calabria, purtroppo interrotto a causa del Covid-19. Torniamo a Terra mia parlandone col regista.
Come nasce il docufilm “Terra Mia – Non è un paese per santi” e qual è la trama?
“…Terra Mia nasce dalla volontà di raccontare le storie degli uomini chiamati “testimoni di giustizia”- dice Crespi – coloro che hanno denunciato la criminalità organizzata per il bene della collettività e per rendere più libero il nostro Paese. È un film su una terra lontana dallo Stato e dalla democrazia, una terra dove solo grazie al coraggio e al sacrificio di forze dell’ordine, preti, giornalisti, testimoni di giustizia, insegnanti, magistrati e semplici cittadini si riesce ancora a immaginare un futuro migliore. In questo viaggio arriviamo fino a San Luca, nel cuore della Locride, tristemente famosa nel mondo per la strage di Duisburg e per essere il cuore della ’ndrangheta; un viaggio fatto per raccontare il riscatto di un territorio che non si piega e non abbassa la testa ma che, grazie al coraggio di uomini e donne di grande valore, riesce a riportare la legalità al centro della vita sociale, combattendo contro una delle più feroci organizzazioni criminali del mondo…”.
Che ne pensa dell’esclusione del suo ultimo lavoro dal Festival del Cinema di Venezia?
“…Al Festival del Cinema di Venezia è sicuramente mancato un pizzico di coraggio – prosegue Crespi – ma sono comunque molto soddisfatto per aver vinto la 70esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno che è un caposaldo della cultura del Cinema del nostro Paese ed in particolare del Sud…”.
I protagonisti del film non attori ma eroi del quotidiano. Come sono, come la pensano, che fanno…
“… Attraverso le testimonianze dirette di chi vive e combatte in prima linea questa battaglia – continua Crespi– Terra Mia diventa un manifesto di come con coraggio si possa riuscire a sconfiggere la vigliaccheria di camorra e ‘ndrangheta. Proprio questo vero coraggio è quello di Gaetano Saffioti, uno dei primi uomini a denunciare in Calabria la ‘ndrangheta. Abbiamo poi raccontato la storia di Benedetto Zoccola, un giovane imprenditore campano minacciato e perseguitato dalla camorra. Ancora, la storia di Michele Inserra, giornalista d’inchiesta che con le sue investigazioni ha deciso di spostarsi dalla Campania alla Calabria per contrastare le ‘ndrine, ricevendo anche lui minacce di morte. C’è poi la storia di Cosimo Sframeli, carabiniere, che per 40 anni è stato in prima linea in Aspromonte, terra famosa per i sequestri di persona; Mimma Cacciatore, la preside coraggio che ha portato cultura e amore tra i banchi della scuola elementare di San Luca. Il film ha il patrocinio dell’associazione “A voce d’è creature” di Don Luigi Merola, che attraverso il suo operato accoglie nella sua struttura centinaia di bambini, figli di una società criminale. Infine, raccontiamo, con le parole della fidanzata Luciana Cerreri, la storia di Carmine Tripodi, carabiniere ucciso 30 anni addietro nella terra di San Luca…”.
Cosa ne pensa delle minacce mosse al prete Don Luigi Merola e a Benedetto Zoccola?
“…Le minacce volte a questi due uomini sono la dimostrazione che la loro è una battaglia di civiltà e di legalità – evidenzia il regista – purtroppo queste sono le conseguenze inevitabili per chi tutti i giorni combatte in prima linea la criminalità…”.
Interessante il tour contro la ‘ndrangheta che aveva intrapreso in Calabria. Poi il CoVid-19 vi ha messo i bastoni tra le ruote…
“…Il tour era partito il 4 Febbraio riscuotendo un grandissimo successo – prosegue Crespi – La tappa scelta affermava nei luoghi simbolo dello Stato in Calabria. La proiezione, presso l’auditorium Scuola allievi Polizia Vibo Valentia, fu particolarmente intensa e apprezzata considerati i valori ideali che accomunavano la scuola allievi di polizia con i ragazzi del liceo, a dimostrazione che la Calabria ha voglia di rinascere. Avevamo in programma anche una manifestazione al Parlamento Europeo, dopo essere già stati accolti al Senato della Repubblica il 5 dicembre 2019, per l’anteprima nazionale. Poi abbiamo dovuto sospendere il tour, come tutti nel settore dello spettacolo, a causa dell’emergenza Covid-19. Inoltre anche Cosimo Sframeli, del cast di Terra Mia ed ufficiale dei Carabinieri ha contratto e da pochissimi giorni sconfitto il terribile virus…”.
La mancanza d’istruzione prima e di lavoro dopo può essere motivo di legami e connivenze fra giovani e malaffare?
“…Ovviamente sì, purtroppo – chiosa Ambrogio Crespi – il malaffare cammina a braccetto con l’ignoranza ma soprattutto con la mancanza di lavoro. L’arma vincente è la cultura ed è questo il messaggio che cerco sempre di portare nelle scuole attraverso i miei progetti. Bisogna ripartire proprio dai giovani…”.
Come è cambiata la sua vita professionale con la minaccia del CoVid sempre presente?
“…La mia vita professionale è cambiata così come il mondo del cinema – sottolinea Crespi– in quanto è stato stravolto il rapporto con il pubblico. La gente ha paura. Qualora fosse distribuito un vaccino le persone continuerebbero ad avere paura nel recarsi al cinema e credo che questi timori rimarranno tali sino a Gennaio 2021. Nel settore cinematografico ci stiamo spostando sulle piattaforme online quali Prime Video e NetFlix. A livello personale il dramma pandemico ha segnato di molto la mia anima difatti sto lavorando ad un nuovo progetto che racconterà i grandi sforzi degli uomini comuni nel contesto di questa catastrofe umana ed economica. Storie di uomini della strada che hanno la forza di rimettersi in piedi ed andare avanti…”.
I sostegni previsti dal premier Conte nel decreto Cura Italia sono sufficienti per il mondo dello spettacolo?
“…Anche il Governo è stato preso di sorpresa dalla portata di questa strage con decessi superiori alle guerre mondiali – risponde il regista – noi del mondo del cinema credo non possiamo lamentarci, non ho nessuna simpatia specifica a livello politico ma sono certo che stanzieranno quello che possono per venirci incontro. So soltanto una cosa: quello che ci daranno dovremo sempre restituirlo ma credo che ognuno di noi debba, con la sua forza, incidere nel cambiamento e noi dobbiamo essere più selettivi ed esprimerci non soltanto per fare business ma per imprimere l’eternità…”.
Per tutti i lettori di POP un suo augurio per un futuro più roseo.
“…Essere speranza piuttosto che avere speranza – conclude Crespi – dobbiamo rappresentare noi stessi il cambiamento che vogliamo nel mondo…”.