Archiviazioni parziali e richieste di patteggiamento nel procedimento sulla successione di Marella Caracciolo. Contestati redditi non dichiarati per 248 milioni e patrimonio ereditario da 1 miliardo.
Torino – Si è chiusa la fase delle indagini preliminari relative al procedimento penale aperto sulla complessa vicenda ereditaria di Marella Caracciolo, vedova Agnelli, scomparsa nel febbraio 2019. Al centro dell’inchiesta della Procura di Torino – fascicolo n. 11318/2023 – figuravano alcuni membri della famiglia Elkann, l’imprenditore Gianluca Ferrero, l’avvocato Urs Robert von Grunigen e il notaio Remo Maria Morone.
Le contestazioni riguardavano, a vario titolo, i reati di dichiarazione infedele, truffa aggravata ai danni dello Stato e, per Ferrero e Morone, falso in atto pubblico.
Le richieste della Procura
Con gli atti depositati in data odierna, l’Ufficio inquirente ha chiesto l’archiviazione totale per Urs Robert von Grunigen, Lapo Elkann e Ginevra Elkann e l’archiviazione parziale per John Elkann e Gianluca Ferrero, relativamente ad alcune annualità contestate per dichiarazione infedele.
Per quanto riguarda le altre posizioni, John Elkann ha chiesto la sospensione del procedimento con messa alla prova, con parere favorevole della Procura; Gianluca Ferrero ha presentato istanza di applicazione della pena, anch’essa accolta favorevolmente; al notaio Remo Morone infine è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini.
Accertamenti fiscali milionari
Secondo gli inquirenti, dagli accertamenti della Guardia di Finanza emergono redditi non dichiarati da Marella Caracciolo per circa 248,5 milioni di euro e una massa ereditaria sottratta a tassazione pari a 1 miliardo di euro.
Un patrimonio che, sempre “allo stato degli atti”, sarebbe stato gestito facendo figurare come fittizia la residenza svizzera della vedova Agnelli.
Gli elementi indiziari sono stati raccolti attraverso perquisizioni in studi professionali, società e abitazioni private, oltre all’analisi di documentazione e dispositivi sequestrati, nonché tramite rogatorie internazionali con la Svizzera e il Lussemburgo.
Pagati 183 milioni al Fisco
Determinante, nella definizione della vicenda, il versamento effettuato dagli indagati: circa 183 milioni di euro corrisposti all’Erario, somma che ha consentito di estinguere integralmente il debito tributario, comprensivo di sanzioni e interessi.
L’inchiesta, che negli ultimi anni ha acceso i riflettori sui rapporti fiscali e patrimoniali della famiglia legata alla dinastia Agnelli, si avvia così verso la sua conclusione giudiziaria.