Domani l’interrogatorio del ragazzo accusato di aver ucciso Maria Campai. Sui social esibiva il fisico scolpito e frequentava siti di arti marziali che spiegano come uccidere a mani nude.
Viadana (Mantova) – Domani potrebbe essere la giornata decisiva per chiarire le circostanze del delitto di Maria Campai, la 42enne trovata morta venerdì scorso a Viadana, una settimana dopo la sua scomparsa. Il giovane studente di 17 anni, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere, sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia nel carcere Beccaria di Milano, dove è detenuto da venerdì scorso.
Il faccia a faccia con i magistrati della Procura di Brescia sarà l’occasione per confermare la confessione fatta in precedenza, quando ha indicato ai carabinieri il luogo in cui aveva nascosto il cadavere sotto foglie e arbusti, dopo aver ucciso la donna nel garage di famiglia. La vittima, con cui il ragazzo aveva avuto un rapporto intimo, era stata contattata attraverso una chat di incontri a pagamento. Proprio quel garage sarà oggetto di un approfondito sopralluogo da parte dei Ris, alla ricerca di ulteriori prove.
Durante l’interrogatorio, il ragazzo avrà anche la possibilità di spiegare la dinamica e i motivi che hanno trasformato quell’incontro in tragedia. Si cercherà di comprendere cosa abbia spinto il giovane, appassionato di arti marziali e frequentatore di una palestra a Viadana, a uccidere presumibilmente a mani nude la 42enne.
I magistrati dovranno anche sciogliere il nodo della doppia personalità dell’indagato, così come è andata emergendo in questi giorni dall’analisi dei suoi dispositivi digitali. L’immagine del “bravo ragazzo” che i conoscenti avevano di lui non regge se rapportata all’ammirazione che mostrava sui social per Filippo Turetta, l’assassino di Giulia Cecchettin, e la frequentazione di siti di arti marziali in cui si spiegava come uccidere a mani nude. Il fisico scolpito era una delle sue ossessioni, spesso esibito on line, e non mancava di interssarsi a pratiche di sesso estremo.
Una personalità complessa e dai lati inquietanti, che sembra meglio accordarsi con la freddezza dimostrata durante la settimana in cui a Viadana gli inquirenti cercavano il corpo della donna scomparsa: il 17enne ha continuato tranquillamente ad andare a scuola e frequentare la palestra senza palesare nessun nervosismo. E dopo essere stato fermato, ai carabinieri ha confessato: “Volevo sapere che cosa si prova ad ammazzare una persona”.
Intanto il cellulare della vittima non è ancora stato trovato, e si sospetta che il giovane possa averlo eliminato per evitare di essere rintracciato. Domani è prevista anche l’autopsia di Maria Campai, esame che risulterà fondamentale per stabilire le cause della morte, che dai primi esami esterni sembrano indicare segni di strangolamento e colpi alla testa e al volto.