Ennesimo suicidio nel carcere di Verona, la Camera penale: emergenza umanitaria

In un comunicato firmato dall’avvocato Simone Bergamini, i legali tornano a chiedere più coraggio nell’adozione di pene sostitutive e misure alternative.

Verona – L’ultimo detenuto a togliersi la vita nel carcere di Montorio è stato un 51enne che sarebbe tornato in libertà tra tre anni. Già in passato aveva tentato di farla finita: questa volta c’è riuscito inalando il gas di una bomboletta per la cucina. Con la sua morte salgono a sette i suicidi dietro le sbarre del carcere di Verona negli ultimi sette mesi. Un tragico bilancio che ha spinto l’avvocato Simone Bergamini, delegato per il carcere della Camera penale Veronese, a vergare un comunicato al vetriolo inequivocabile già a partire dal titolo: “Il carcere non tende più alla rieducazione, ma alla morte di chi è affidato in custodia”.

Bergamini torna a sottolineare l’intollerabile condizione di sovraffollamento del carcere veronese, dove a fine giugno c’erano 608 detenuti, invece dei 335 previsti come capienza massima. Una condizione di abitabilità precaria che – denuncia la Camera penale veronese – ha assunto i connotati di una vera e propria crisi umanitaria. L’avvocato è tornato a chiedere alla magistratura più coraggio: “la detenzione deve essere l’estrema ratio, vengano applicate pene sostitutive e misure alternative“.

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