Enna: clan di Pietraperzia e Regalbuto, scovati gli arsenali della mafia [VIDEO]

Operazione Lua Mater della Dda: 13 misure cautelari per detenzione abusiva di armi comuni, clandestine e da guerra.

Enna – Al termine di indagini dirette dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta, la Polizia di Stato ha portato a termine l’operazione “Lua Mater”. Sono state eseguite due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta nei confronti di 13 persone, esponenti delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto, indagate per i delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, detenzione e porto abusivo di armi comuni, clandestine e da guerra.

Durante le indagini, coordinate dal Servizio centrale operativo, i poliziotti della Sezione investigativa del Sisco di Caltanissetta, della Squadra mobile di Enna e del commissariato di Leonforte, hanno rinvenuto due arsenali e sequestrato, complessivamente, otto fucili, tre mitragliatori e nove pistole, con relativo munizionamento. Le armi erano pronte all’uso e nella diretta disponibilità di Cosa Nostra.

Circa 180 operatori della Polizia di Stato hanno dato esecuzione alle misure cautelari, perquisendo gli indagati e i luoghi nella loro disponibilità, al fine di rinvenire altre armi.

Contestualmente, nell’ambito di un’ulteriore attività di controllo, anch’essa finalizzata alla ricerca di armi e munizioni, sono state effettuate altre otto perquisizioni nei confronti di altrettante persone con precedenti in materia di armi o comunque indiziati di averne la disponibilità.

All’attività di polizia giudiziaria hanno inoltre partecipato agenti delle Squadre mobili di Palermo, Catania, Ragusa e Agrigento, delle Sisco di Palermo, Catania, Messina e Trento, del Reparto volo di Palermo, dei Reparti prevenzione crimine di Palermo e Catania, del Reparto mobile di Catania, del Gabinetto provinciale di Polizia scientifica di Enna e del Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Catania. All’operazione hanno anche preso parte le Unità cinofile delle questure di Palermo e Catania, nonché operatori della Polizia di frontiera di Catania.

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