“Emanuela Orlandi è stata uccisa subito, il rapimento fu un depistaggio della Stasi”

Ilario Martella, giudice istruttore che indagò sulla scomparsa: “Lei e Mirella Gregori armi di ricatto per liberare Agca”.

ROMA – Ennesima ipotesi sulla drammatica sorte di Emanuela Orlandi: la ragazza sarebbe stata uccisa subito mentre la tesi del rapimento non sarebbe altro che un depistaggio della Stasi, ovvero i servizi segreti della Repubblica Democratica tedesca, meglio conosciuta come Germania dell’Est prima della caduta del “Muro di Berlino”. La supposizione, una delle tante, è siglata dal magistrato Ilario Martella, 90 anni, inquirente in diversi casi di terrorismo, criminalità organizzata, sequestri di persona e reati contro la pubblica amministrazione, già giudice istruttore nel caso giudiziario sull’attentato a Papa Giovanni Paolo II nel 1981 e, due anni dopo, sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.

Martella, nelle vesti di autore del libro “Emanuela Orlandi, un intrigo internazionale. La verità che nessuno ha ancora raccontato sul misteri più oscuro della storia italiana”, edito per i tipi di Ponte alle Grazie, come tanti altri scrittori, ha detto la sua sulla storia infinita della cittadina vaticana sparita misteriosamente nel nulla il 22 giugno 1983 a 15 anni. In buona sostanza qualsiasi cosa sia accaduta alla povera studentessa di musica è diventata, nel tempo, un intrigo internazionale che avrebbe fatto comodo a più di qualcuno. Un intrigo che, secondo Martella, avrebbe a che fare con il ferimento del Papa da parte di Mehmet Ali Agca e con la cosiddetta “pista bulgara”:

” All’epoca dei fatti c’era il terrore nei bulgari e nei sovietici – sostiene Martella – che il “generale Antonov” potesse essere condannato e che Bulgaria e Urss fossero formalmente incolpate dell’attentato al Papa, creando una crisi internazionale. In questo quadro complesso il ruolo di Emanuela e Mirella era quello di arma di ricatto per liberare Agca. Il Papa, nel Natale del 1983, disse infatti alla famiglia Orlandi che si trattava di un intrigo internazionale… Mi spiace molto dirlo, ma Orlandi e Gregori sono state uccise, non è mai stata prodotta una prova certa che siano rimaste in vita”.

Ilario Martella

Dopo quarant’anni e sulla scorta di una congrua documentazione, in larga parte desecretata dopo la caduta della cortina di ferro, l’ex togato ha ricostruito nei dettagli un’operazione spionistica di alto livello, studiata a tavolino per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle indagini che, partendo dall’attentato al pontefice, avevano aperto la famosa pista bulgara. Lo stesso Giovanni Paolo II, in visita alla famiglia Orlandi, aveva definito il rapimento di Emanuela “un intrigo internazionale”, forse conoscendo bene la verità. Oggi il libro di Martella delinea molto meglio i contorni ed il perché di quella frase, detta  dalla massima autorità di uno Stato impelagato sino al collo nella scomparsa delle due ragazzine.

L’inquirente di tante inchieste demolisce e critica tutte le altre piste investigative che sono spuntate negli anni come funghi per dare una spiegazione, secondo lui la più plausibile, alle due scomparse le cui indagini rimangono insolute nonostante fosse nota da tempo l’ipotesi Martella:

” Esiste un’assoluta interdipendenza tra l’attentato del maggio 1981 a Giovanni Paolo II e il rapimento delle due ragazze – evidenzia ancora l’ex giudice originario di Corsano – Entrambi vengono posti in essere tra il maggio il giugno 1983, ovvero nel momento in cui io come giudice istruttore stavo cercando di portare alla condanna non del solo Alì Agca, il turco dei Lupi Grigi, ma anche i sui complici bulgari…Infatti il 30 ottobre del 1984 rinviai a giudizio i bulgari Sergej Antonov, Željo Vasilev e Todor Ajvazov e i turchi Musa Serdar Celebi, accusato da Ağca di essere uno dei mandanti, Omar Bagci, che nascose la pistola utilizzata nell’attentato, e Oral Celik, capo dei Lupi Grigi indicato come secondo esecutore…Solo Agca venne condannato mentre gli altri furono assolti con la vecchia formula dell’insufficienza di prove. Bisogna considerare l’enorme potenza della Stasi, in quegli anni l’organizzazione più adatta a gestire l’operazione Gregori-Orlandi…”.

Bulgari e Sovietici dunque avevano paura che il Papa potesse distruggere del tutto il comunismo e che venisse a galla il loro progetto di farlo fuori. Cosa c’era di meglio che creare un polverone ricattando il Sacro Soglio con Mirella ed Emanuela per liberare Agcà?

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