Quest’anno si torna alle urne per decretare sei nuovi governatori, quelli di Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto.
Roma – Le Regioni che andranno al voto nel 2025 sono sei. La prima è la Campania: i cittadini dovranno scegliere il successore di Vincenzo De Luca (Pd). Al voto anche le Marche governate da Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), la Puglia guidata da Michele Emiliano (Pd), la Toscana di Eugenio Giani (Pd), la Regione speciale della Valle d’Aosta governata da Renzo Testolin (Union Valdôtaine), subentrato in corso d’opera ad Erik Lavévaz (dimesso nel 2023 a seguito di una forte crisi politica) e il Veneto guidato da Luca Zaia (Lega). Avrebbe dovuto votare anche la Liguria, ma le elezioni sono state anticipate dopo la caduta del Consiglio di Giovanni Toti, che ha lasciato il posto dopo essere stato arrestato nell’ambito di una maxi-inchiesta per corruzione.
Per le tornate regionali si sta lavorando invece all’ipotesi di un unico election day che accorpi tutti i territori interessati, probabilmente nel periodo autunnale. Non è detto che andrà effettivamente così, anche perché la Valle d’Aosta, essendo a statuto speciale, può decidere in tutta autonomia. Quest’anno in Italia si è votato in sette Regioni: Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Umbria.
Alle urne sono andati anche migliaia di Comuni, tra cui centri grandi o medio-grandi come Bari, Bergamo, Cagliari, Campobasso, Ferrara, Firenze, Lecce, Reggio Emilia, Perugia, Pesaro, Pescara e Potenza. Le elezioni regionali e comunali sono sempre un gran banco di prova per la tenuta della maggioranza di governo, perché vanno a testare il gradimento a livello locale della classe politica di ogni partito.