LA SPERONATRICE DI NAVI DA GUERRA, PALADINA DELLA SINISTRA E NEMICA DELLA DESTRA, INTERVISTATA DA FAZIO SULLA RAI.
A volte ritornano. È questo il caso di Carola Rackete, la speronatrice dei finanzieri, che, dopo la vicenda della Sea Watch 3 e di Lampedusa, il 24 novembre è stata l’ospite a “Che tempo fa”, il programma su rai due condotto da Fabio Fazio. Di origini tedesche, 31 anni, ha un solo profilo su Linkedin, sul quale si definisce con tre concetti: “Conservazione della natura. Azione umanitaria. E un po’ di scienza polare”. Cinque lingue, una laurea in scienze nautiche all’Università di Jade, nel 2011, Master in conservazione ambientale, guida turistica, a 23 anni è su una nave rompighiaccio operativa al Polo Nord per l’Alfred Wegener Institute. Due anni dopo è secondo ufficiale sulla Ocean Diamond, stesso ruolo sulla Artic Sunrise di Greenpeace, e guida poi per le Poseidon Expeditions nell’artico russo.
Dal 2016 inizia a collaborare con Sea Watch 3, nave con cui il 26 giugno ha deciso di sfidare le regole imposte dal decreto sicurezza bis e dall’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, entrando in acque italiane vicino a Lampedusa per fare sbarcare 42 migranti salvati due settimane prima sulle coste libiche. La comandante Carola Rackete, alla fine, ha forzato il blocco. Nel tentativo di sbarcare, Rackete ha stretto contro una banchina una motovedetta della Gdf affiancata, azione che ha portato all’arresto della comandante, accusata di violenza contro una nave da guerra e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo quattro giorni Rackete è tornata libera, in quanto il Gip di Agrigento, Alessandra Vella, non ha convalidato l’arresto e ha stabilito che le direttive ministeriali sui porti chiusi e quelle previste dal decreto sicurezza non si possono applicare perché una nave che soccorre persone non può essere considerata un elemento offensivo per la sicurezza nazionale. Una sentenza giudicata “politica” da Salvini.
Durante il programma Che tempo fa, la capitana tedesca si è dichiarata contenta di essere nuovamente in Italia, anche se la nave continua ad essere bloccata sul nostro territorio. Ha sottolineato che ci sono ancora tante persone che tentano di scappare dalla Libia e che l’attenzione dei media verso i migranti è tristemente venuta meno. Ha aggiunto inoltre:
“È uno choc che l’Europa non possa accettare persone. È finita la nostra umanità se non possiamo neppure attenerci a leggi che sono state decretate a livello internazionale (…) C’è una relazione delle Nazioni Unite dell’inizio di quest’anno che si concentra sulla povertà e sul clima e si prevede che la crisi climatica si intensificherà e a sua volta si intensificherà la povertà nel mondo”.
Infine ha concluso affermando che dobbiamo chiederci come ricevere i migranti, perché siamo noi i responsabili che li hanno forzati ad andarsene e adesso è nostra responsabilità proteggerli anche a livello internazionale. Secondo la ex comandante della Sea Watch siamo arrivati ad un punto critico, ad un bivio, e dobbiamo capire quali sono i confini fisici di questo pianeta e ridurre l’utilizzo delle risorse, cominciando a chiederci come condividere le cose in modo tale che tutti ne abbiano a sufficienza.
Insieme alla Rackete erano presenti altri due ospiti: Muhamad Diaoune, giocatore del Sant’Ambroeus F.C. di Milano, una squadra composta esclusivamente da richiedenti asilo e rifugiati e Giorgia Linardi, giurista e attivista, esperta in migrazioni e diritti umani, referente per l’Italia e portavoce della Ong Sea Watch. Muhamad ha raccontato la sua storia:
“Vengo dal Senegal, ho 26 anni e vivo in Italia dal 2017. Il mio viaggio dal Senegal in Italia è stato molto duro, è durato un anno (…) Io ringrazio Dio perché mi sento fortunato (…) Sono stato in Libia due mesi, ma non posso raccontare quello che è successo”. Sulla sua barca partita dalla Libia c’erano 130 persone, ne sono sopravvissuti solo 26.
Linardi ha spiegato che la nave è ferma da circa 140 giorni in applicazione del decreto sicurezza bis, ragione che impedisce alla Ong di operare e che comporta naufragi e il rientro forzato di persone in Libia: “La percezione del nostro lavoro è cambiata, il cambiamento è stato pilotato. Siamo diventati scomodi (…) Mia nonna un giorno mi ha chiamata per chiedermi se fossi collusa con gli scafisti”.
Un’esposizione mediatica notevole quella dei tre ospiti al programma di Fazio, in cui il presentatore ha lasciato campo libero al monologo pro-migranti e pro-accoglienza della veterana della Sea Watch e ha fatto calare il silenzio sullo speronamento alla Gdf. Infine la ciliegina sulla torta: l’applauso in piedi di Fazio, che ha osannato Carola. Un potpourri che ha scatenato inevitabili polemiche: le prevedibili reazioni della Lega, con il leader Salvini, che, già prima della messa in onda del programma, aveva criticato sui social la programmazione RAI. Ha giudicato gravissimo che “la speronatrice di navi militari” venisse accolta con tutti gli onori sulla tv pubblica a spese degli italiani, mentre sarebbe dovuta restare in galera. Dopo la messa in onda, il segretario leghista ha twittato ancora: “Lasciamo la speronatrice di navi militari alla sinistra e al governo clandestino. Noi stiamo con l’Italia e con Oriana e non molliamo!”. Altre voci si fanno sentire su Twitter, da quella di Carlo Calenda (Azione), che ha incitato il governo a non usare Rackete come una “madonna pellegrina”, ma piuttosto a rivedere i decreti sicurezza sulle Ong, a quella di Giorgia Meloni (FdI) che ha “cinguettato” una serie di domande che Fazio avrebbe dovuto porre alla sua ospite, tra cui: “Sa che lei ha fatto sbarcare anche tre presunti torturatori? Voleva ammazzare gli agenti della Gdf?”. Una bagarre politica piuttosto scontata: complimenti a Fabio Fazio.