Educazione sessuale, 9 giovani su 10 la vogliono a scuola

Secondo l’Osservatorio Durex, quasi il 90% dei ragazzi e l’80% dei genitori vogliono l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole.

Milano – In concomitanza con la discussione alla Camera del disegno di legge presentato dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sul consenso informato in ambito scolastico, torna al centro del dibattito pubblico il tema dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole italiane.

I giovani mostrano un’opinione netta: 9 su 10 desiderano che l’educazione sessuale venga introdotta nei programmi scolastici. Chiedono di affrontare argomenti come la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili (54%) e il consenso nelle relazioni affettive (48%), con il supporto di esperti qualificati. Il 72,2% dei ragazzi ritiene infatti che medici, psicologi e professionisti del settore siano le figure più adatte a guidare un percorso formativo serio e informato.

A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio “Giovani e Sessualità” di Durex, realizzato in collaborazione con Skuola.net tra maggio e giugno 2025 su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni. Giunto all’ottava edizione, lo studio ha coinvolto per la prima volta anche i genitori: il 78,6% si dichiara favorevole all’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole, e quasi la metà (45,3%) ritiene che debba partire già dalle medie.

Le preoccupazioni dei genitori riguardano soprattutto l’aspetto emotivo e relazionale: il 28,7% teme che i figli possano vivere relazioni tossiche, il 19,3% è preoccupato per il rischio di violenze sessuali, il 17,1% per la diffusione delle IST e il 16,3% per il mancato uso di contraccettivi.

In un contesto in cui il 23,6% dei giovani dichiara di aver avuto il primo rapporto sessuale tra gli 11 e i 14 anni, emerge un dato allarmante: quasi la metà dei ragazzi (49%) non parla di sessualità in famiglia, con un aumento del 12% rispetto al 2024. Il 46,8% afferma di non sentirsi a proprio agio a trattare l’argomento con i genitori, mentre per il 14,5% è ancora un vero tabù.

In assenza di dialogo in famiglia o a scuola, molti giovani si rivolgono a internet per informarsi. Il 53,2% ammette di cercare online risposte su sessualità e contraccezione, ma spesso trova contenuti distorti, superficiali o inappropriati, che possono risultare fuorvianti o pericolosi. Questo porta molti adolescenti ad affrontare le prime esperienze in modo poco consapevole, con una conoscenza limitata sul consenso e sul rispetto reciproco.

Preoccupano anche i dati sul sexting: il 47,2% dei ragazzi dichiara di inviare o ricevere contenuti sessualmente espliciti, una pratica che coinvolge già il 30% degli 11-13enni. Il 46% degli intervistati afferma di aver ricevuto immagini o video a sfondo sessuale non richiesti, percentuale che sale al 50% tra le ragazze e al 42% tra i più giovani.

Il tema del consenso resta centrale anche fuori dalla rete: un giovane su cinque ritiene che sia possibile sottrarsi a un rapporto sessuale con il partner solo “in alcune occasioni”, mentre il 40% considera gelosia e possessività eccessiva “possibili segnali” di una relazione da limitare, evidenziando una scarsa consapevolezza emotiva.

«L’approccio alla sessualità avviene sempre più presto e, senza un’adeguata guida, cresce il rischio di comportamenti dannosi, malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate», ha dichiarato Filippo Nimbi, psicologo e sessuologo clinico, Segretario Generale della European Federation of Sexology. «Non possiamo lasciare soli i giovani. È fondamentale offrire loro un’educazione affettiva e sessuale a scuola, condotta da professionisti qualificati, basata su un approccio scientifico, aperto e inclusivo».