E’ stata eliminata perché sapeva?

La giovane mamma di Favara, forse in stato di ebbrezza, sarebbe morta ammazzata dopo una lite. Perché dunque eliminarla? Sapeva forse qualcosa di compromettente in merito al grosso giro di droga tra Favara e Liegi? Al mosaico mancano ancora diversi tasselli ma forse gli inquirenti hanno imboccato la strada giusta.

FAVARA – Forse tutti i nodi vengono al pettine, anche se lui non ci sta. Parliamo di Vincenzo Lattuca, 43 anni, fratello di Gessica, 24 anni, mamma di 4 figli, sparita fra i vicoli di Favara il 12 agosto 2018. L’uomo è indagato dalla Procura di Agrigento per omicidio aggravato e, in concorso con ignoti, per occultamento di cadavere ovvero quello della sorella. Lattuca ha rispedito al mittente tutte le accuse e si dice fiducioso della giustizia.

La sua versione dei fatti, sin dall’inizio della vicenda, è stata sempre la stessa e riferita agli inquirenti senza contraddizioni o inciampi di sorta: Vincenzo avrebbe visto Gessica, per l’ultima volta, in casa del padre nella sera della sua sparizione. Esce di scena, come pare, Filippo Russotto, già compagno della donna scomparsa e padre dei suoi 3 figli. Per lui la Procura girgentina avrebbe chiesto il proscioglimento dunque si attende la decisione del Gip per proseguire in tal senso.

Gessica e Vincenzo

Le carte in mano degli inquirenti sono cospicue e di rilevante peso indiziario. In primis le macchie di sangue riconducibili alla giovane scomparsa rilevate con il Luminol nella casa di via Leopardi dai carabinieri del Ris di Messina durante un sopralluogo costituiscono un elemento pesante a carico dell’odierno indagato che, di contro, afferma che in quella casa c’erano anche altre persone: “Ero qui con mia sorella, c’erano mio zio, mio fratello e altri ragazzi”, afferma Lattuca con grande serenità. Le persone citate dal fratello di Gessica sarebbero state sentite dagli uomini della Squadra Mobile di Agrigento che da alcuni mesi sono subentrati nelle indagini già avviate dai militari dell’Arma.

In buona sostanza la morte di Gessica si sarebbe consumata al termine di un violento alterco provocato dalla stessa giovane in stato di ubriachezza. Al momento non ci sono altri particolari ma è facile ipotizzare che Gessica ed altre persone, forse, si erano date appuntamento in via Leopardi, in un orario compatibile con quello della sua sparizione, per parlare di qualche argomento importante oppure per rimproverare alla giovane un comportamento non corretto dopo aver alzato il gomito.

Filippo Russotto, Ph Grandangolo Agrigento

Oppure ancora qualche frase uscita di bocca senza controllo che qualcuno può avere interpretato come minaccia. Poi si sa una parola tira l’altra. Chissà. Fatto sta che gli inquirenti sarebbero dell’avviso che in quella casa del centro storico di Favara qualcosa di estremamente grave deve essere accaduto. Magari legato al mondo della droga gestita dalla criminalità organizzata locale su vasta scala. Ma non solo.

Insomma Gessica non sarebbe dovuta uscire viva da quell’abitazione per un motivo grave, gravissimo, che presupponeva l’eliminazione fisica della donna e la distruzione del suo cadavere. Oppure una volta uscita da quell’abitazione, ma questa rimane solo una congettura poco credibile, Gessica sarebbe stata rapita e trasportata chissà dove ma cosi non si spiegherebbero le tracce ematiche ritrovate in casa. Gli investigatori, certamente, ne sanno di più ma al momento il massimo riserbo non consente di addentrarci in altri particolari.

Probabilmente Gessica sapeva di un certo traffico di droga e forse anche di armi. L’inchiesta infatti pare si orienti in questo senso ovvero ipotizzando che alla base del delitto ci possano essere traffici illeciti tra Favara e Liegi, in Belgio, collegati ad una violenta faida tra due bande rivali, oggetto dell’operazione del 2018 denominata “Mosaico”, di cui la giovane poteva essere a conoscenza.

Droga ed armi a Favara

La lotta fra clan rivali aveva provocato ben 5 omicidi nel contesto di un traffico di stupefacenti che aveva superato i confini nazionali e che ha coinvolto decine di persone, alcune delle quali considerate di spicco nella mafia locale. Sulla vicenda della scomparsa della donna c’erano stati parecchi episodi inquietanti di cui non si è saputo più nulla come le scritte di colore rosso su alcuni muri di Favara e di Naro, che indicavano un nome ed un cognome quale assassino della giovane e non solo, telefonate anonime, un giro di prostituzione.

Episodi che si erano trasformati in piste che pare però non abbiamo portato a nulla. Adesso l’inchiesta passa di mano.

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