strumentale la trasmissione sui privilegi della corte costituzionale a due giorni dalla decisione del consesso giuridico sul si o sul no al referendum sulla legge elettorale proposta da calderoli. una scivolata pietosa…
“Perdonatemi. Vi ho mentito per tredici anni. Non tornerò mai più in televisione”. Con queste parole semplici e dirette, Gelare Jabbari, anchor-woman della televisione di stato iraniana si è licenziata, annunciando il suo gesto su Instagram. Non si è trattato di un caso isolato: a stretto giro altre due presentatrici note nel Paese, Saba Rad e Zahra Khatami, hanno rinunciato ai loro incarichi per le medesime ragioni.
Che sono piuttosto semplici, in realtà: erano stufe di mascherare da giornalismo quella che di fatto era banale propaganda politica. E dopo essere state costrette a difendere per giorni la linea ufficiale del governo, che insisteva nell’attribuire a un guasto al motore la caduta del Boeing 737 ucraino che ha causato 176 vittime civili, non sono più riuscite a guardarsi allo specchio e hanno alzato bandiera bianca. Come è noto, il governo ha solo in seguito ammesso il proprio ruolo nella strage: l’ammiraglio Amir Ali Hazijadeh ha provato a metterci una pezza, dichiarando che l’iniziata mancata assunzione di responsabilità era tesa a preservare la ragion di stato, perché l’ammissione di un errore umano avrebbe messo in crisi la fiducia della popolazione nel governo e perché sarebbe stato previamente necessario espletare un indagine per escludere sabotaggi elettronici a distanza da parte di non meglio specificati “nemici” dell’Iran. La toppa è stata all’evidenza peggio del buco e così la popolazione iraniana, stanca di essere manipolata da un regime non democratico, ha reagito, guidata da alcuni tra i più noti volti della televisione (l’emittente aveva peraltro anche annunciato più volte, sempre affidandosi al volto di Jabbari, la morte di 80 soldati americani durante presunti attacchi iraniani. La notizia era completamente destituita di fondamento).
In attesa di scoprire quale sarà il destino delle tre coraggiose giornaliste e colpiti comunque dalla loro onestà intellettuale, ci rilasseremo facendo un po’ di zapping sulla televisione italiana, dove il 14 gennaio Mario Giordano ha pensato bene di mandare in onda su rete 4, in prima serata, una puntata sui presunti eccessivi privilegi di cui godrebbero i giudici della corte costituzionale. Quegli stessi giudici che oggi dovranno prendere una decisione fondamentale per la tenuta del governo, valutando la costituzionalità del referendum sulla legge elettorale proposto da Calderoli, che mira, sostanzialmente, all’instaurazione di un maggioritario puro, a tutto vantaggio delle strategie politiche di Salvini. La questione è complicata, giuridicamente discutibile (nel senso che il disegno di Calderoli potrebbe anche avere un fondamento), ma i metodi di Giordano si commentano da soli.
Chissà se tra tredici anni l’ex direttore del Giornale sentirà il bisogno di prendere spunto dal gesto della sua collega iraniana. A giudicare dal suo pelo sullo stomaco pare purtroppo lecito dubitarne.