È boom di occupati under 25: i dati della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

La notizia dell’Aise: l’occupazione giovanile ha registrato un tasso di crescita dell’8,9%, doppio rispetto a quello generale del 4,5%. 

Roma – L’occupazione giovanile è in crescita, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. In un profluvio di notizie relative allo stato del mercato del lavoro italiano, quasi sempre negative, quando ne giunge una positiva, si fa quasi fatica a crederci. La notizia è stata data dall’Aise, agenzia internazionale stampa estera, specializzata per i media italiani, le rappresentanze diplomatico-consolari, le organizzazioni e gli eletti dagli italiani all’estero. Ebbene, pare che l’occupazione giovanile nel nostro Paese sia in crescita. Considerando il biennio 2021/2023 il tasso di crescita è stato dell’8,9%, mentre quello generale si è fermato al 4,5%. Ma lo sprint più veloce è stato eseguito dagli occupati under 25 che hanno raggiunto la considerevole percentuale del 16,7%. D’altronde se non corrono i giovani, chi lo deve fare, i vecchi che a malapena camminano? Malgrado questa sostanziosa iniezione di fiducia, la questione giovanile continua a restare un’emergenza nazionale.

Per quanto riguarda il livello di partecipazione alle dinamiche lavorative, rispetto ai maggiori Paesi europei siamo in zona retrocessione. Sai che sorpresa! L’occupazione media europea nella fascia d’età tra i 20 e i 24 anni è del 54,2%, mentre in Italia si è al 36%. Ed allora tutto questo ottimismo da dove sorge? Questi dati sono stati diffusi da un report su quelli dell’ Istat, a cura della “Fondazione Studi Consulenti del Lavoro”, dal trionfalistico titolo “Cresce l’occupazione giovanile. Si riduce il gap con l’Europa”. La Fondazione è l’Agenzia per il Lavoro del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Opera su tutto il territorio nazionale svolgendo attività di intermediazione, ricerca e selezione di personale, ricollocazione professionale gestione delle politiche attive del lavoro.

Il report ha evidenziato che il trend positivo dell’occupazione giovanile è dovuto alle innovazioni delle competenze richieste dalle aziende e al turnover messo in moto nella Pubblica Amministrazione. Ad essere maggiormente richieste sono competenze altamente qualificate nell’ambito scientifico e tecnico. Il settore che sta tirando la volata, tanto per usare una locuzione cara al ciclismo, è il turismo, seguito dalla salute e assistenza, dall’informazione e comunicazione. Hanno ottenuto buone performances anche le attività artistiche, ludiche e sportive. Ma ciò che preme sottolineare, secondo la Fondazione, è che il Belpaese è tra gli ultimi in Europa per le esperienze lavorative durante il periodo di studi. A questa difficoltà iniziale, si associa, in seguito, il fatto che l’età di ingresso nel mercato del lavoro è sempre più spostata in avanti. Ora, per migliorare questi aspetti, sono necessarie politiche educative e del lavoro orientate alla sinergia tra formazione e professione. Altrimenti i buoni risultati percentuali che sono stati registrati perderebbero di significato, soprattutto se non si interviene nella struttura socioeconomica.

Il rischio è che, alla fine della giostra, tutto possa rivelarsi un exploit a sé stante, che potrebbe durare “l’espace  d’un matin” (lo spazio di un mattino) come scrisse il poeta e scrittore francese François de Malherbe. Infine, c’è da rilevare che quando si tratta di ricerche relative alle scienze sociali ed economiche è come camminare su un campo minato, nel senso che si può trovare il tutto e il suo contrario. Quindi bisogna valutarle con prudenza e cautela, perché come disse il compianto sociologo del lavoro Domenico De Masi i dati delle scienze sociali sono sempre “tendenziali” mai “certi”. Bisogna solo fidarsi dell’onestà e del rigore intellettuale di chi le esegue. In caso contrario, si può persino dimostrare che gli asini volano!

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