Dov’è Katia? Malata e confusa, è sparita l’8 luglio. Ha un figlio piccolo che l’aspetta

Uscita di casa senza documenti, soldi e cellulare, la 42enne di Cuorgnè non è alla sua prima fuga, ma il tempo che passa lascia pensare il peggio.

CUORGNE’ (Torino) – Mamma di un bambino esce di casa e viene inghiottita dal nulla: nessuno l’ha vista e delle poche segnalazioni di avvistamento pare non ve ne sia una attendibile. Ad incrementare il già elevatissimo numero degli scomparsi in Italia c’è Katia Zei, 42 anni, operatrice socio-sanitaria, un compagno che lavora in Patagonia e un figlio piccolo che la cerca disperatamente. La donna è letteralmente sparita lo scorso 8 luglio dalla casa che divide con un coinquilino, a Cuorgnè in provincia di Torino. Katia è alta un metro e 70, capelli corti neri e occhi azzurri, e non avrebbe portato con sé documenti, né soldi e nemmeno il cellulare. La sparizione è stata denunciata dal coinquilino alla locale stazione dei carabinieri e le ricerche sono condotte anche dai militari della Compagnia di Ivrea.

Altra immagine di Katia Zei

Segue a distanza la drammatica situazione il compagno della donna, Ivan Mabrito, che per motivi di lavoro si trova in Patagonia ma che starebbe tornando in Italia per seguire da vicino l’evoluzione delle ricerche. Alcune persone vicine a Katia, orfana di madre e con il padre che risiede in Romania e con il quale sembra non abbia contatti, parlano di strani cambi d’umore della donna nelle settimane antecedenti alla scomparsa e di un presunto stato confusionale oltre alla necessità di prendere, ogni giorno, farmaci salvavita per la cura di una trombosi. Pare che la donna si sia allontanata da casa anche altre volte ma sarebbe sempre tornata e non avrebbe di certo abbandonato il figlio che, al momento, sarebbe curato e assistito dalla nonna paterna.

Sembra che Katia Zei, un tempo residente a Varazze in Liguria, a detta di alcune persone che l’avrebbero vista, si sarebbe allontanata con un autobus ma i carabinieri di Cuorgnè avrebbero setacciato l’intera cittadina e dintorni senza trovarne traccia:

I carabinieri stanno setacciando l’intera zona

”Si è allontanata dalla sua abitazione l’8 luglio – racconta alla stampa Deborah Scalese, amica di Katia – È uscita di casa e non abbiamo più ricevuto sue notizie. E’ una mia amica di infanzia, non ci sentivamo da un po’ e alla fine ci siamo riavvicinate, siamo molto legate. Negli ultimi tempi stava vivendo un forte periodo di fragilità, era già scomparsa altre volte, ma i vigili l’avevano sempre riportata a casa. Nonostante si tratti di un allontanamento volontario, a causa di un forte stress e problemi di salute, a parer mio non era totalmente capace di intendere e di volere. Il suo coinquilino conosce bene Katia e lei è scappata nel giro di dieci minuti, mentre l’amico era uscito un attimo per delle commissioni. Sennò non sarebbe accaduto. So che ha avuto un litigio con un parente ma non so dirle di più…Non so se leggerà mai questo appello, viste le sue condizioni: tuo figlio ti aspetta, sta molto male senza di te e gli manchi tanto, sei la sua mamma e ha bisogno del tuo aiuto per crescere. Manchi anche ad Ivan, a me, siamo tutti terrorizzati all’idea di perderti”.

Katia Zei potrebbe essere chissà dove ma se le sue condizioni di salute fossero davvero cosi precarie come sono state descritte da chi la conosce bene la donna sarebbe realmente in grande pericolo di vita. Zei, per altro, due giorni prima della scomparsa, sarebbe stata ricoverata in ospedale dove c’era ad assisterla il compagno Ivan Mabrito il quale, una volta partito per l’America Latina, non ha più avuto notizie della donna:

La donna sarebbe stata ricoverata in ospedale due giorni prima di sparire come un fantasma

” Ci siamo visti sabato 6 luglio – ha raccontato l’uomo ai giornali in un collegamento telefonico – Io e Katia siamo molto legati e purtroppo, per lavoro, a volte sono costretto ad allontanarmi per alcuni mesi. In questo momento mi trovo in Patagonia e tornare è molto complesso, non solo per un fattore economico, ma di vincoli lavorativi e ore di viaggio. Non si tratta di tre ore di aereo come dalla Svezia, ma di venti…Purtroppo è in stato confusionale, è fragile, non è totalmente capace di intendere e di volere. Non vorrei che qualcuno, uno o più malintenzionati, avendo captato i suoi problemi l’abbiano rapita o portata via. È uno scenario doloroso e che non voglio nemmeno immaginare”.

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