Scambio informale di opinioni tra ministri, si pensa a un organo con potere inquirente contro la deviazione nata con lo scandalo Palamara.
Roma – Una “commissione parlamentare d’Inchiesta con potere inquirente, per analizzare una volta per tutte questa deviazione che già si era rilevata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso, proprio per le parole di Cantone, è diventata ancora più seria”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo un “incontro informale e uno scambio di opinioni con il ministro della Difesa Guido Crosetto, rompe gli indugi. “Serve una commissione parlamentare d’inchiesta” dopo la bufera sui dossieraggi che ha travolto la politica e di cui si sta occupando la Procura di Perugia.
Una proposta che si affianca al lavoro della commissione parlamentare antimafia: “Ho fiducia nei lavori che la presidente Chiara Colosimo sta portando avanti”, ha detto il Guardasigilli, ma dopo l’incontro con Crosetto e le parole del procuratore Raffaele Cantone sui numeri “mostruosi e inquietanti” che alimentano il mercato delle ‘Segnalazioni di operazioni sospette’, occorre agire su più fronti. Anche il ministro della Difesa è concorde con Nordio dopo lo scambio di vedute. “Sono convinto che sia molto importante – ha detto – portare avanti il percorso di audizioni, di lavoro e di analisi che la commissione antimafia ed il Copasir hanno iniziato, a seguito della richiesta di audizione da parte dei magistrati Cantone e Melillo in relazione al ‘caso dossier’ iniziato da una mia denuncia“.
Per Crosetto questo lavoro è “il prodromo per cogliere lo spunto di riflessione che il ministro alla Giustizia ha oggi offerto al Parlamento e su cui concordo pienamente: valutare se sia necessaria l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, che potrebbe approfondire i temi più rilevanti ed oscuri che sono emersi finora, indagando sull’abuso nell’utilizzo delle banche dati, sulle regole che ne possono consentire il controllo, sull’esistenza di un sistema di dossieraggio. E ancora, su eventuali mandanti o beneficiari, sui poteri necessari per difendere lo Stato e i controlli per evitare l’abuso di tali strumenti. Temi di così grande rilevanza meritano il coinvolgimento del massimo organo di rappresentanza democratica del popolo e
cioè il Parlamento”.
Di diverso avviso il parere del deputato di Azione Enrico Costa, che irrompe nel dibattito: “La proposta di Nordio di fare una Commissione di inchiesta in una fase in cui c’è la Commissione Antimafia che sta lavorando sul caso dossier è intempestiva e confonde. Se il Ministro lo ritiene eserciti i poteri ispettivi, ci risparmi un carrozzone pieno di toghe fuori ruolo”. Il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani a chi gli chiede cosa pensi della proposta del Guardasigilli replica: “Vediamo quale può essere la formula. C’è già la commissione Antimafia che può lavorare. Andiamo avanti, poi se si può fare la commissione d’inchiesta va benissimo. Io ho molta fiducia nella commissione antimafia”.
E ancora, il ministro degli Esteri e vicepremier aggiunge: “Chi è il regista, il grande fratello? Politica, finanza, stranieri? A cosa serviva? Striano ha lavorato tanti anni in Calabria con Cafiero De Raho, mi auguro che quest’ultimo sappia spiegare cosa accaduto”.