Donna uccisa a Treviso: si è difesa, forse sotto le unghie c’è il Dna del killer

Un’unghia spezzata e i lividi sulle braccia fanno pensare che Vincenza Saracino abbia tentato disperatamente di salvarsi dai fendenti dell’assassino.

Treviso – Un’unghia spezzata, alcuni lividi sulle braccia e tracce biologiche repertate durante l’autopsia. Sono questi gli elementi che potrebbero essere utilizzati per delineare un eventuale profilo genetico dell’assassino di Vincenza Saracino, la 50enne uccisa a coltellate nel tardo pomeriggio del 2 luglio nell’area di un’ex officina di via Maleviste a Treviso.

Secondo queste risultanze la donna, 50enne, madre di una ragazza, che lavorava assieme al marito in un sexy shop a Preganziol, avrebbe cercato disperatamente di difendersi dai fendenti di chi voleva ucciderla. Cinque colpi, tutti tra lo zigomo e il collo, sul lato sinistro del volto. Quello fatale è stato sferrato alla carotide, una ferita che ne ha provocato la morte per dissanguamento.

Intanto proseguono gli interrogatori di amici e clienti del negozio “De Sade” di via Gagliazzo di Preganziol. Sentito anche il marito Fabio Stefanato, che non è indagato e non avrebbe nessun tipo di coinvolgimento nel delitto. Gli inquirenti continuano a battere la pista del delitto passionale, nell’ipotesi che qualcuno stesse perseguitando la vittima. In tal senso importanti risposte potrebbero arrivare dall’analisi delle chat della donna che, con molta probabilità, il 2 luglio aveva un appuntamento con la persona che l’ha uccisa. 

Continua anche l’analisi delle telecamere di sorveglianza che avrebbero ripreso il tragitto attraversato dalla donna in sella alla sua bici elettrica, dal posto di lavoro fino al capannone, passando per l’Iperlando e il bar La Perla. Nei video potrebbe essere stato registrato anche il passaggio del mezzo utilizzato dall’assassino, la cui presenza potrebbe essere stata tracciata anche dalle celle telefoniche.

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