Disordini nel carcere di Torino, 6 agenti feriti. Sindacato: “Comandano i delinquenti”

Roghi e devastazioni sono andati avanti dal pomeriggio fino a notte fonda. Incidenti e risse anche a Biella, Pescara e Taranto.

Torino – Quello che è accaduto ieri nel carcere di Torino “è una follia”. Così Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp, commenta i disordini, costati il ferimento di sei agenti, che ieri si sono verificati nell’istituto del capoluogo piemontese, definito in una nota “il più problematico d’Italia, ingovernabile e fuori controllo”. “Questo carcere – dichiara Beneduci – è nell’anarchia assoluta. I delinquenti comandano e spadroneggiano. La situazione è definita “vomitevole” dal personale ed è talmente pericolosa da costringerci a chiedere nuovamente al prefetto di disporre l’impiego immediato di altre forze, come l’esercito, perché siamo giunti al limite”.

Sei gli agenti feriti durante i disordini in carcere

Al ministro Nordio l’Osapp chiede di “disporre una ispezione immediata prendendo provvedimenti nei confronti dei responsabili di questo immane disastro. E’ inaccettabile – sottolinea – che nell’istituto penitenziario più problematico d’Italia le funzioni di comando siano state affidate a un ispettore che, seppur bravo, non ha l’esperienza giusta. Ci auguriamo che la Corte dei conti chieda ragione al capo del Dap, vista la cospicua presenza in organico di numerosissimi “primi dirigenti” di polizia penitenziaria”.

I disordini nel penitenziario torinese sono scoppiati ieri pomeriggio al Padiglione B e al Padiglione C, per proseguire fino a notte. I detenuti si sono azzuffati tra di loro, hanno dato fuoco ai materassi, si sono rifiutati di rientrare nelle celle e hanno causato gravi danni alla struttura. I pavimenti sono stati cosparsi di olio alimentare per non fare entrare gli agenti. Per porre fine ai disordini è stato necessario richiamare in forze il personale libero dal servizio e anche sollecitare aiuti da altri istituti penitenziari del Piemonte. Durante i disordini sono stati aggrediti e feriti un agente, due assistenti, due vicesovrintendenti e l’ispettore di sorveglianza generale, inoltre due agenti sono rimasti intossicati a causa dei roghi. Nel corso dei tumulti c’è stato anche tentativo di evasine di un venticinquenne di origini marocchine che , approfittando della confusione, si è arrampicato sul muro che delimita il cortile e ha tentato di darsi alla fuga, immediatamente bloccato dagli agenti.

Altri due agenti di polizia penitenziaria sono rimasti feriti nel carcere di Biella mentre tentavano di sedare un diverbio fra detenuti. Uno di loro è stato colpito con un sgabello, il collega è stato preso a pugni al volto e a una spalla. Incidenti anche nel carcere San Donato di Pescara dove nella serata del 14 agosto 5 detenuti di origine magrebina si sono barricati in segno di protesta all’interno della propria cella, distruggendola totalmente e appiccando un incendio.

Caos anche carcere di Taranto: nei giorni scorsi un ufficio dell’istituto penitenziario è stato messo a soqquadro da un detenuto barese di circa 30 anni che avrebbe danneggiato i monitor dei pc e lanciato alcune sedie per aria. Il 30enne, secondo quanto denuncia il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), avrebbe reagito così ad alcuni controlli anti droga effettuati dagli agenti di polizia penitenziaria.

Purtroppo dal fronte incandescente delle carceri, tra sovraffollamento e carenza di personale giunge notizia anche dell’ennesimo suicidio: un giovane detenuto in attesa di giudizio si è tolto la vita a Parma a Ferragosto, proprio mentre nell’istituto era in corso la visita dei Radicali e del Garante nazionale. A renderlo noto è Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp, secondo cui con quello di ieri salgono a 67 i suicidi nelle carceri dall’inizio dell’anno: “E’ una strage di stato senza il minimo impegno da parte del governo per arginarla – sostiene Di Giacomo- Il governo dovrebbe agire nell’interesse collettivo e non muovere le proprie decisioni, disinteresse in questo caso, solo per ideologia politica. La polizia penitenziaria è allo stremo, senza interventi il sistema imploderà”.

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