È stato eseguito un mirato intervento che ha interessato un’azienda dedita alla produzione di parti in cuoio per calzature: oltre la metà dei lavoratori non era stata assunta.
Fermo – Attraverso l’approfondimento di informazioni acquisite grazie a una costante attività di intelligence, corroborata da diversi appostamenti nei pressi dell’opificio, è stato possibile individuare una serie di persone che si recavano tutti i giorni presso la sede dell’impresa, numericamente di gran lunga superiori rispetto ai dipendenti della predetta ditta, riscontrati dalle banche dati a disposizione.
L’accesso dei militari del Gruppo di Fermo presso i locali aziendali ha consentito di appurare la presenza di 9 lavoratori – oltre al legale rappresentante e al socio – di cui 5 risultati non regolarmente assunti.
Grazie ai riscontri effettuati sulle dichiarazioni rese dagli operai, al contraddittorio con la parte e all’analisi della documentazione acquisita presso il consulente del lavoro, è stato possibile constatare varie tipologie di violazioni. I lavoratori, infatti, prestavano la propria attività in assenza di regolare contratto, in alcuni casi anche da diversi mesi: per tale ragione, il datore di lavoro è stato sanzionato con la comminazione della “maxi-sanzione”, per un ammontare minimo di € 16.200 e massimo di € 97.000.
In esito agli accertamenti eseguiti, si è poi proceduto all’applicazione della sanzione prevista dall’art. 1 comma 913 della legge nr. 205/2017, per un totale di € 5.000, in ragione delle retribuzioni a mezzo di denaro contante ricostruite nei confronti dei lavoratori non in regola.
Il superamento della soglia del 10% dei lavoratori presenti in azienda, occupati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro ha determinato, altresì, la sospensione dell’attività imprenditoriale, con le conseguenti sanzioni comminate dal competente Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ascoli Piceno, ex art. 14 comma 1 del D. Lgs nr. 81/2008.
La Guardia di Finanza, a tutela degli interessi dei lavoratori e dell’economia legale, è sempre in prima linea nel contrasto al lavoro nero, una piaga per l’intero sistema economico che sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori e provoca una competizione sleale con le imprese che operano nel rispetto delle regole.