Sembra che il fenomeno deviante del bianco che domina sulle altre razze abbia avuto una netta recrudescenza in questi ultimi tempi. Occorrono mezzi per debellarlo!
I suprematisti bianchi si stanno propagando come un virus malefico! Tira una aria fetida per il mondo, irrespirabile, tesa ad inquinare il tessuto sociale. Si tratta del contagiosissimo virus del suprematismo eburneo, secondo cui i bianchi sono superiori agli altri gruppi etnici. E’ un miscuglio di razzismo, identitarismo e etnocentrismo. Inoltre, un pizzico di segregazione razziale e di nazionalismo bianco. E’ un odore nauseabondo che richiama le peggiori ideologie del passato fondate sulla discriminazione.
Sono tanti gli episodi che si sono succeduti in passato. L’ultimo in ordine di tempo riguarda un attacco subìto dagli aborigeni dello Stretto di Torres, un braccio di mare che si trova tra l’Australia e l’isola della Nuova Guinea. Un gruppo di suprematisti bianchi ha violato un luogo considerato sacro dai nativi, colpendo le donne con spranghe di ferro. La polizia come le stelle è rimasta a guardare. Finora resta oscuro il motivo di tale inerzia. C’erano già stati, in precedenza, attacchi contro chiese e sinagoghe. Ora è stato colpito Camp Sovereignty, un luogo di sepoltura, guarigione, resistenza e cerimonia per gli aborigeni e gli abitanti delle isole dello Stretto di Torres.
È lo stesso nome dato al movimento di protesta aborigeno nato come parte del movimento politico “Black GST“. GST sta per “porre fine al genocidio, riconoscere la sovranità e garantire il rispetto dei trattati“. Il luogo è anche il cimitero degli aborigeni che vi celebrano il loro rito dei morti. Episodi di questo tipo si stanno susseguendo con facilità irrisoria in ogni parte del mondo. Come in Cisgiordania, Medio Oriente, dove i coloni ebraici stanno espellendo con violenza i residenti palestinesi.
Nel caso in questione c’è da segnalare che la premier del Victoria, Stato federato dell’Australia, Jacinta Allan, è stata duramente contestata durante una conferenza stampa da Thomas Sewll, noto estremista di destra locale. Il nostro eroe (si fa per dire), rivendicando il diritto alla protesta, ha recitato il solito copione caro ad ideologie di questo genere. Ossia che “il governo vuol mettere a tacere i veri australiani. Ci riprenderemo il Paese, liberandoci di politici come voi!”. Le proteste sono state così vibranti che la conferenza stampa è stata interrotta.
Per la cronaca, Allan ha diffuso una nota in cui ha dichiarato di “non essere intimidita da teppisti che vogliono solo dividere la comunità. Ma non riusciranno nel loro brutale disegno, perché i cittadini di Victoria sono per l’inclusione e non per le divisioni”. Inoltre da ottobre è entrata in vigore la legge anti-incitamento all’odio che renderà più efficaci le norme contro l’istigazione al razzismo. Il cittadino neozelandese, suprematista bianco ha avuto modo, in passato, di esporre le sue idee di ispirazione nazionalsocialista, ribadite durante la recente “marcia per l’Australia” svoltasi a Melbourne.
Secondo le autorità i partecipanti sono stati all’incirca 5 mila, mentre per i promotori sono stati ben 50 mila. In quest’occasione si è verificato il vile attacco a Camp Sovereignty. Sui numeri si tratta di divergenze aritmetiche che si conoscono bene anche alle nostre latitudini, in caso di sciopero. Le cifre sono sempre ballerine, dipende da chi le fornisce. Ognuno è libero di pensarla come vuole. Si può stare a destra, centro, sinistra, oltre, sopra, sotto, di lato, in qualunque zona di un ipotetico spazio politico.
Ma ci sono dei paletti che non fanno parte solo della politica, ma della civiltà umana. Idee secondo cui un’etnia è superiore ad un’altra per il colore della pelle oltre, oltre ad essere antiscientifiche, rappresentano una grave sconfitta per i fondamenti stessi della civiltà. D’altronde le guerre in corso non fanno che confermare, ahinoi, questo assunto.