Superlem attende adesso la prima udienza ma l'esortazione vale per tutti. Non abbiate paura: se ispettori e funzionari non agiscono legalmente si portano davanti al giudice come ogni altro cittadino che infrange le regole.
Desio – Mi sono esposto, a nome di tutti i cittadini italiani vessati dal Fisco, lanciando un messaggio lo scorso 11 settembre su Canale 5 da Barbara D’Urso. Urge una riforma fiscale per salvare le imprese italiane e gli Italiani. Il sistema fiscale italiano è fatto in modo che gli stessi operatori possano vessare il contribuente, operando in maniera scorretta, sicuri di rimanere impuniti perché protetti dalle leggi. Come dichiarato in tv sono stato vittima di Violenza fiscale.
Mi è arrivato l’ennesimo controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Vi illustro il comportamento deplorevole, sia dal punto di vista deontologico che procedurale, dei due ispettori che hanno effettuato la verifica. In primo luogo, durante l’accertamento che si svolgeva in un ufficio della mia società (nelle ore di lavoro pagate dai contribuenti), altro non facevano che baciarsi e scambiarsi effusioni affettive e a sfondo sessuale. Altro che controllare i conti. Occupavano il tempo facendo gli innamorati di Peynet. Direte “Eh, vabbè, viva l’amore”. Arrivo al secondo punto. Tra un bacio e una carezza, e rimanendo soli nell’ufficio che avevo lasciato a loro disposizione, rovistavano fra gli scaffali, aprivano cassetti, faldoni e documenti che nulla avevano a che vedere con l’oggetto dell’ispezione, senza chiedere permesso. E senza avere un mandato di perquisizione.
È un atto illegale, per farlo occorreva un’autorizzazione del magistrato. Oppure avrebbero potuto semplicemente chiedermeli. Dall’inizio del controllo avevo assicurato la mia più completa collaborazione. In terzo luogo, quando io e i miei dipendenti ci eravamo offerti di accompagnarli a vedere i locali oggetto delle contestazioni, gli ispettori mi dissero che non era necessario: “Dottò, non si preoccupi, tanto poi può presentare memorie e far valere le sue ragioni…”.
Sarebbe bastato un sopralluogo per constatare che era tutto in regola. Da quella sorta di strana visita in casa altrui scaturiva un avviso di accertamento scandaloso, superficiale, inesatto, incompleto, vessatorio. Un sopruso bello e buono. Il loro obiettivo era rivendicare la cifra più alta e sapete perché? Perché sulla cifra contestata sarebbe stata riconosciuta al direttore dell’Agenzia delle Entrate e a loro stessi una percentuale in denaro, una specie di “premio di produzione”.
L’attività di accertamento, infatti, viene incentivata con i cosiddetti bonus ai dirigenti e con premi a scaglioni ai singoli funzionari, calcolati in proporzione al volume contestato. Il sistema premiante sarebbe equo se le percentuali fossero calcolate sulle somme effettivamente evase dal contribuente e non su quelle presunte. Dipingono gli Italiani come un popolo di evasori: nel 2019 avremmo sottratto al Fisco 100 miliardi di euro. Ma la cifra reale, dopo le sentenze degli innumerevoli ricorsi, è di un terzo più bassa! Non siamo un popolo di evasori ma di tartassati dal fisco.
Con il primo ricorso mi sono vista dimezzata la cifra che avrei dovuto pagare. Ora aspetto il secondo grado. Difendersi però non è a costo zero. Per presentare ricorso devi sborsare subito un terzo della cifra contestata. La mia richiesta di rateizzazione è stata respinta mettendo a rischio l’esistenza stessa della mia azienda e il lavoro di 20 dipendenti. Per questo mi sono detto: “SuperLem, devi entrare in azione! Non è possibile che avvenga una tale ingiustizia fiscale!”. I miei avvocati hanno depositato un atto di citazione nei confronti dei due ispettori “innamorati” per comportamento scorretto, illecito e vessatorio, con prove sia cartacee che video.
Sì ho denunciato i funzionari ispettori, in pratica ho denunciato il Fisco! È giunta l’ora di ribellarsi. È in atto una vera e propria violenza fiscale e non solo. Ci stanno vessando su tutti i fronti, come popolo e come individui. È un vero attacco alla nostra libertà. Se vogliamo salvarci dal fallimento totale dell’Italia è giunto il momento di dire no alla violenza fiscale, di dire le cose come stanno, di alzare la testa e non avere paura!
State tutti in fila per tre, allineati e coperti a dire sempre di sì. Ma basta. Bisogna sbandierare ai quattro venti l’orgoglio d’essere Italiani e svegliarsi da questo torpore ipnotico che affligge e non fa reagire. Vi stanno inculcando la paura. Io non ho paura. Voi non abbiate paura. Parola d’ordine: disobbedienza civile! Io da guerriero libero vado avanti, faccio da apripista. Chi si vuol salvare mi segua, gli altri sono destinati ad un futuro da schiavi.
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