Depistaggio su via D’Amelio, i figli di Borsellino citano governo e ministero

Udienza preliminare del processo a carico dei quattro poliziotti accusati di aver negato la verità e affermato il falso sul reale sviluppo dell’inchiesta sulla strage.

Caltanissetta – I figli di Paolo Borsellino, Fiammetta, Lucia e Manfredi, oltre a chiedere la costituzione di parte civile nell’ambito del processo a carico di quattro poliziotti accusati del depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, hanno sollecitato la citazione come responsabile civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Interno. Una richiesta analoga è stata avanzata, attraverso il suo legale, dal fratello del magistrato, Salvatore.

Il legale nonché marito di Lucia Borsellino, l’avvocato Fabio Trizzino a margine dell’udienza ha espresso “fiducia nelle istituzioni e nella magistratura in particolare. Questa ulteriore appendice sul depistaggio che nasce dal troncone principale costituisce una parentesi importante rispetto al coinvolgimento in quella stagione stragista, sullo sfondo, comunque, di uno scenario che sembra coinvolgere numerosi altri livelli istituzionali“. “Non c’è alcuna ostilità nei confronti del governo – ha quindi spiegato i legale -. Ma un atto propedeutico ad una eventuale azione risarcitoria nei confronti di chi in quel momento era responsabile istituzionale”

Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 insieme ai cinque componenti della scorta

Dinanzi al gup del tribunale di Caltanissetta si è tenuta l’udienza preliminare per i quattro poliziotti accusati del depistaggio, durante la quale la Procura ha chiesto il loro rinvio a giudizio. Tutti ex appartenenti al gruppo di indagine “Falcone-Borsellino”, gli agenti Giuseppe Di GangiVincenzo ManiscaldiAngelo Tedesco e Maurizio Zerilli sono accusati di aver negato la verità e affermato il falso sul reale sviluppo delle indagini sulla strage deponendo come testi nel corso del processo sul depistaggio per l’attentato dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Ai quattro poliziotti l’accusa contesta ripetuti “non ricordo”, rispetto alla portata epocale che rappresentò la strage di via D’Amelio e al livello di responsabilità che avevano nelle indagini. Il gup David Salvucci si è riservato di decidere fissando la prossima udienza per il 19 settembre. 

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