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Dentro lo sfruttamento, un’indagine di Save the children sui figli dei braccianti a Latina e Ragusa

La XIII edizione del rapporto “Piccoli schiavi invisibili” mette in luce e denuncia le condizioni dei minori, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento nel nostro Paese.

ITALIA – C’è un problema di sfruttamento minorile in Italia. È quanto emerge dal rapporto “Piccholi schiavi invisibili” realizzato da Save the children.

Il  focus del rapporto di quest’anno è dedicato ai bambini e bambini e adolescenti costretti a vivere in zone del paese in cui lo sfruttamento segna ogni passaggio della vita. La ricerca è stata condotta in due tra le aree a maggior rischio, la provincia di Latina, nel Lazio, e la Fascia Trasformata di Ragusa in Sicilia.

Il rapporto, caratterizzato dalla raccolta di testimonianze dirette di chi ha subito o subisce lo sfruttamento, è inoltre composto dai racconti dei rappresentanti delle istituzioni e delle realtà della società civile, dei sindacati, dei pediatri, dei medici di base e degli insegnanti.

I DATI

Secondo i dati raccolti, nel nostro paese su 757 persone vittime di tratta e sfruttamento, ben 264 di loro (il 35%) è risultato essere minorenne. In prevalenza sono ragazze. Di questi il 38% è vittima di tratta per ragioni sessuali, il 27,3% è invece considerato schiavo lavorativo.

Nel 2022 le vittime prese in carico dal sistema anti-tratta nel 2022 sono state 850, di cui il 59% donne e l’1,6% minori. La maggior parte delle vittime arriva dalla Nigeria (46,7%, poi dal Pakistan (8,5%), Marocco (6,8), Brasile (4,5%) e Costa d’Avorio (3,3%).

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Bimbo al lavoro

IL LAVORO MINORILE

Nello studio emerge lo sfruttamento dei minori nel comparto agricolo. I minorenni sono spesso utilizzati come manovalanza nella raccolta di verdura e frutta, in particolare nelle situazioni di forte isolamento vissuto dalle famiglie. In molti caso, come ha rilevato Save the children, i minori impiegati nei campi sono “invisibili”, perché non iscritti all’anagrafe, non frequentano la scuola e non hanno accesso alle cure mediche.

I CASI DI LATINA E RAGUSA

Il report di Save The Children si è concentrato sulle province di Latina e Ragusa, dove in molti casi i bambini di 12 o 13 anni lavorano nei campi per 20 o 30 euro al giorno.

Si parla di lavoro extra-scolastico quotidiano o estivo, oppure in molti casi di lavoro a tempo pieno. Come successo nel periodo dell’emergenza Covid, quando con le lezioni delegate allo schermo di un computer o per mezzo di conferenze, i bambini sono scesi nei campi per dare una mano nel periodo della raccolta.

Oggi i bambini continuano a lavorare nel comparto e per questo perdono lezioni a scuola. Questo comporta un abbassamento del rendimento scolastico che alle medie porta spesso a bocciature, e a un ingresso ritardato alle scuole superiori.

Così tra i 14-15enni che lavorano, il 27,8% (circa 58.000 minorenni) hanno svolto lavori che hanno danneggiato lo sviluppo educativo. E come rileva la ong tra i minorenni intervistati che hanno avuto esperienze lavorative, il 9,1% è impiegato in attività in campagna

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