Delitto di Castellabate, il bosco dell’orrore che ha inghiottito Silvia e il suo killer

E’ caccia aperta nel Salernitano all’assassino della 53enne tedesca accoltellata e data alle fiamme a poche centinaia di metri dalla casa dove abitava con il compagno.

CASTELLABATE (Salerno) – La salma ritrovata parzialmente carbonizzata e in stato di decomposizione nei boschi di Ogliastro Marina, frazione di Castellabate, è quella della tedesca Silvia Novak, 53 anni, sparita da casa il 15 ottobre scorso. Il riconoscimento è stato effettuato dal compagno della donna, Kai Dausel di 63 anni, che ne ha confermato l’identità presso l’ospedale di Agropoli dove è stato eseguito l’esame autoptico:

“E’ stato lui ad identificarla – ha detto l’avvocato Felice Carbone, legale di fiducia della famiglia Novak – adesso aspettiamo l’esito delle indagini che sono complesse. La Procura ed i Carabinieri stanno lavorando con grande professionalità senza risparmiarsi”.

Kai Dausel

All’indagine necroscopica, disposta dalla Procura di Vallo della Lucania, hanno preso parte i medici incaricati dall’autorità giudiziaria, Adamo Maiese e Vincenzo Iorio, ed i consulenti della famiglia della vittima, Luca Scognamiglio e Felice Carbone. Da quanto si è appreso il cadavere della vittima, con pochi indumenti indosso, presentava una frattura grave alla testa, un’altra al polso destro e diverse ferite di arma da taglio sparse per il tronco e la carbonizzazione sarebbe avvenuta subito dopo l’omicidio. L’assassino, quasi sicuramente, non intendeva lasciare tracce ma probabilmente sarebbe fuggito prima di accertarsi di aver fatto per bene il suo macabro lavoro. Ma c’è anche un altro dettaglio non di poco conto: la vittima sarebbe stata uccisa in un luogo, comunque vicino a quello del ritrovamento, e poi spostata in un canale a non più di alcune centinaia di metri, in linea d’aria, dalla villa di Novak.

Lo scorso 17 ottobre, infatti, i cani molecolari avevano fiutato diverse tracce della donna in un’area non molto distante da quella dove poi è stato scoperto il cadavere. Da una prima ricostruzione degli investigatori dell’Arma, coordinati dal Pm Antonio Pizzi, sembra che Silvia e il suo compagno avessero pranzato in compagnia di amici loro connazionali (già interrogati dagli inquirenti) dopo di che la vittima sarebbe ritornata nella sua abitazione di Ogliastro Marina da dove si sarebbe allontanata senza più farvi ritorno. Altre indiscrezioni sulle ultime ore di vita della tedesca azzardano l’ipotesi che la donna sia stata ammazzata subito dopo la sua scomparsa. Una telecamera di sorveglianza darebbe ragione alla versione dei fatti riferita agli investigatori dal compagno della vittima: l’uomo sarebbe rimasto in giardino a riposare, intorno alle 16 del pomeriggio, mentre Silvia Novak, non si sa per quale motivo, si sarebbe allontanata da casa per poi sparire nella fitta boscaglia.

La fitta boscaglia dove è stato rinvenuto il cadavere della donna

Il compagno della Novak accortosi che la donna non era più in casa ne denunciava la scomparsa ai carabinieri che iniziavano subito le ricerche supportati dai volontari della Protezione civile e da quelli dell’associazione Tommy125. Militari e civili avevano battuto la zona a tappeto, anche con l’ausilio di droni, senza rilevare nulla anche nell’area dove poi è stato rinvenuto il cadavere. Fatto questo assai strano e che potrebbe far pensare che l’assassino abbia tenuto il corpo in qualche nascondiglio per poi farlo ritrovare fra le sterpaglie di un fossato, sicuro di averlo distrutto con le fiamme, probabilmente appiccate utilizzando alcol o benzina. I vicini di casa parlano di una coppia affiatata, gentile, disponibile e senza problemi. Silvia e Kai si erano trasferiti in Italia perché innamorati del nostro Bel Paese e avevano acquistato la villetta, posta sotto sequestro, nella periferia della frazione di Castellabate.

La villetta della coppia immersa nel bosco alla periferia del paese

Fra i due mai uno screzio né litigi, per lo meno tanto rumorosi da giungere alle orecchie dei residenti le cui abitazioni distano qualche centinaio di metri. Silvia Novak, appassionata cinofila, avrebbe lasciato in casa telefonino e portafogli mentre un’altra telecamera, installata in una villetta poco distante, avrebbe inquadrato la donna che si dirigeva verso il bosco portando con sé una ciotola e un guinzaglio. Dunque chi poteva avere interesse ad ammazzare Silvia? E perché? Un tentativo di violenza a cui la donna avrebbe reagito? Perché la donna si sarebbe allontanata da casa senza dire nulla al compagno? Aveva intenzione di prestare soccorso al cane di qualcuno? Mentre i detective dell’Arma e la Procura mantengono il massimo riserbo in paese non gira nessuna voce su quanto accaduto: i due tedeschi si erano perfettamente integrati con la comunità locale dunque è caccia all’assassino.

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