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Definì Turetta “un esempio”, il 19enne al telefono con Gino Cecchettin: “Ho chiesto perdono”

11 Maggio 2025 di Mario Galloni

Il padre di Giulia, uccisa nel 2023, sceglie il dialogo con il ragazzo accusato di minacce alla ex: “Chi esalta la violenza ha bisogno di capire, non di essere attaccato”.

Gino Cecchettin, padre di Giulia, la giovane uccisa nel novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha avuto un colloquio telefonico con un 19enne ferrarese accusato di aver minacciato la propria ex fidanzata e di aver definito Turetta, condannato all’ergastolo, un “esempio modello”.

Il giovane, fermato dai carabinieri in Veneto mentre cercava di raggiungere l’ex fidanzata, aveva pubblicato sui social un elenco inquietante: “mappa d’Italia, scotch, sacchi dell’immondizia, coltelli, soldi per la benzina”, accompagnandolo con la frase “Turetta esempio modello”. Durante il fermo, gli investigatori hanno trovato addosso al ragazzo delle forbici, già usate per terrorizzare la vittima. Attualmente, il 19enne è ricoverato nel reparto di Psichiatria di un ospedale e sarà soggetto a un divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, mentre la sua ex si trova in una struttura protetta.

Durante la telefonata, come riferisce Il Gazzettino, il giovane ha espresso rimorso: “È una persona straordinaria, mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Gli ho chiesto di perdonarmi, mi ha augurato il meglio”, ha dichiarato il giovane. Cecchettin, dal canto suo, ha commentato: “Speriamo sia sincero e che non importuni più la vittima, che è la cosa importante”. Il ragazzo si è scusato pubblicamente anche con la ex e la sua famiglia, promettendo di non contattarli più: “Voglio voltare pagina. Non succederà mai più niente, hanno la mia parola”.

Il gesto di Cecchettin si inserisce in una riflessione più ampia, iniziata dopo aver appreso delle dichiarazioni del 19enne e di un altro giovane arrestato a Busto Arsizio, che aveva scritto “capisco Turetta”. Parlando a studenti delle superiori, Cecchettin si era chiesto: “Come può l’assassino di una ragazza essere un modello?”. La sua risposta non è stata la condanna, ma il desiderio di dialogo: “Dovremmo cercare il confronto, non l’attacco. Chi esalta la violenza ha più bisogno di capire che c’è un modo nuovo di parlare”. Ha poi aggiunto: “Vorrei che questi giovani passassero una settimana della vita di Turetta oggi”, riferendosi alla realtà dell’ergastolo che il 23enne sta scontando a Verona dal dicembre 2024.

Categorie CRONACA, IN EVIDENZA Tag braccialetto elettronico, carcere, cronaca, dialogo, educazione affettiva, ergastolo, femminicidio, Filippo Turetta, Gino Cecchettin, Giulia Cecchettin, minacce, perdono, struttura protetta, studenti, violenza di genere
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