Default Cassa Ragionieri, l’emendamento Occhiuto – Lotito

Una norma senza basi tecniche che amplia a forza gli iscritti. Più che una riforma, un tentativo politico di tenere in piedi la CNPR.

Roma – Dopo settimane di analisi, numeri allarmanti e ammissioni parlamentari che hanno incrinato la narrazione ufficiale della CNPR, arriva ora un tassello che conferma ciò che molti iscritti sospettavano da tempo: la Cassa Ragionieri non è in equilibrio. È in emergenza.

E la prova non arriva da opinionisti, da sindacati di categoria o da speculazioni: arriva dal Parlamento, nero su bianco, all’interno della legge di bilancio attualmente in discussione. Un emendamento a firma Roberto Occhiuto e Claudio Lotito (Forza Italia) introduce infatti una norma che cambierebbe radicalmente la platea degli iscritti alla Cassa Ragionieri. Una norma senza basi attuariali: l’obbligo di iscrizione a chi non c’entra nulla. Il nuovo art. 45-bis prevede che, dal 1° gennaio 2027, tutti i professionisti che aprono una partita IVA, non iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria, svolgono l’attività prevalente ATECO 68.32.00 e rispettano i requisiti dell’art. 71-bis disp. att. c.c., vengano automaticamente iscritti alla Cassa Ragionieri.

Nessuna relazione tecnica attuariale. Nessuno studio dell’impatto contributivo. Nessuna analisi dei flussi demografici o dell’effettivo equilibrio finanziario della Cassa. Nulla. L’emendamento arriva in Parlamento privo di qualsiasi valutazione tecnico-economica, come se la scelta non fosse frutto di un’esigenza previdenziale, ma di un’esigenza politica. Per questo, tra gli addetti ai lavori l’impressione è netta: sembra più una cortesia nei confronti del Presidente Pagliuca che una riforma ragionata. Un tentativo disperato di “gonfiare” la platea. La Cassa perde iscritti ogni anno; il rapporto iscritti/pensionati precipiterà sotto 1 già dal 2033; il Bilancio tecnico dimostra che l’ente rischia di avere più pensionati che contribuenti attivi per oltre 25 anni; il patrimonio finanziario è ormai l’unico argine, ma dipende dai mercati e non è infinito.

Questo emendamento, privo di fondamento attuariale, rappresenta dunque la certificazione politica del default silenzioso della CNPR. Chi paga il prezzo? Sempre gli altri. Gli amministratori di condominio e i professionisti del settore immobiliare si troverebbero iscritti forzosamente a una Cassa che non è la loro, chiamati a finanziare un sistema che non li rappresenta, senza benefici, senza tutela e senza diritto di voto. Il nodo politico: un aiuto a Pagliuca nel momento più delicato. Il tempismo dell’emendamento non può non destare interrogativi: arriva mentre la Cassa è sotto osservazione per i dati attuariali negativi; arriva mentre si tenta di far approvare una riforma statutaria che permetterebbe a Pagliuca di restare in carica per altri vent’anni; arriva senza supporto tecnico, come un intervento emergenziale confezionato a tavolino.

Di fronte a questa combinazione di elementi, il dubbio è inevitabile: l’emendamento serve a salvare la previdenza dei Ragionieri o a salvare la presidenza di Pagliuca? Conclusione: l’art. 45-bis non nasce per equità, ma per necessità. La norma Occhiuto–Lotito non nasce per modernizzare il sistema. Nasce perché la Cassa Ragionieri è in sofferenza strutturale, e l’unico modo rimasto per tenerla in piedi è obbligare altre categorie a finanziarla. Non è un sospetto. È scritto nella legge di bilancio e nella totale assenza di uno studio tecnico a supporto della norma.