Il 21enne si sarebbe tolto la vita mercoledì. Indagini sul web: insulti per la sua identità non binaria. La rete si divide tra odio e mea culpa.
Sesto San Giovanni (Mi) – Davide Garufi, 21 anni, commesso in un centro commerciale e tiktoker per passione, è morto mercoledì 19 marzo 2025 nella sua casa di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. Il giovane si sarebbe tolto la vita con un’arma da fuoco, un gesto estremo che ha sconvolto la comunità online dove era conosciuto da migliaia di follower grazie ai video pubblicati su TikTok dal 2020. I Carabinieri indagano sulle cause, con un’attenzione particolare al web, dove emergono denunce di bullismo legate alla sua identità di genere. Intanto la Procura di Monza ha aperto un fascicolo di inchiesta per omessa custodia di arma da fuoco e istigazione al suicidio. Le indagini relative alle responsabilità di terzi nel portare il giovane a togliersi la vita, non sono però al momento collegate ai messaggi apparsi sui social media, dove il 21enne aveva raccontato la sua esperienza di transizione di genere.
La notizia della morte di Garufi, diffusasi rapidamente sui social, ha lasciato un vuoto tra i fan e aperto un dibattito: da un lato, messaggi d’odio che non si fermano nemmeno dopo la tragedia; dall’altro, riflessioni amare sulla responsabilità collettiva. “È colpa nostra,” scrive un utente, mentre altri continuano a insultare, accusandolo persino di aver “simulato” la morte.

Chi era Davide Garufi
Davide non era solo un creator di sketch umoristici. Su TikTok, piattaforma che lo aveva reso noto, usava i video per raccontare se stesso, condividendo un percorso personale complesso e coraggioso. Nel 2023 aveva fatto coming out come donna transgender, chiedendo ai follower di chiamarlo Alexandra. Pochi mesi dopo, però, era tornato al nome Davide, identificandosi come non binario e accettando pronomi sia maschili che femminili. “Un viaggio di scoperta,” lo definiva chi lo seguiva, che lo aveva reso una voce nel dibattito sull’identità di genere online.
Commesso nel reparto calzature di un centro commerciale a Sesto, Davide era spesso riconosciuto dai clienti per la sua fama social. “Era un ragazzo gentile, sempre sorridente,” racconta un collega a Fanpage.it. Ma dietro quel sorriso si nascondeva una lotta: i commenti negativi e gli insulti ricevuti sul web, spesso mirati alla sua identità fluida, che potrebbero aver pesato sulla sua decisione.

Le indagini: il peso del cyberbullismo
I Carabinieri di Sesto San Giovanni stanno ricostruendo le ultime ore di vita del 21enne, analizzando il contesto che lo ha portato al gesto. Le indagini si concentrano anche su TikTok e altri social, dove utenti hanno segnalato episodi di cyberbullismo. “Riceveva attacchi costanti,” spiega una fonte vicina a Davide. “Lo deridevano per il suo percorso, per i cambiamenti, lo accusavano di cercare attenzione.” Alcuni follower avevano denunciato questi abusi già prima della tragedia, ma dopo la sua morte l’odio non si è placato: “Ha fatto bene,” ha scritto qualcuno; “Era tutto finto,” ha rincarato un altro.
Gli inquirenti stanno verificando se queste pressioni abbiano influito sulla salute mentale di Davide. Non ci sono ancora certezze, ma il caso riapre il dibattito sui pericoli del bullismo online, specie contro chi, come lui, esplora pubblicamente la propria identità. Intanto, come detto, la Procura di Monza ha aperto un fascicolo di indagine.
Una voce spezzata
La morte di Davide segna la perdita di un giovane che, con i suoi video, aveva provato a farsi spazio in un mondo spesso ostile. Il suo coming out come Alexandra e il ritorno a Davide avevano scatenato discussioni tra i follower: c’era chi lo ammirava per il coraggio, chi lo criticava senza mezzi termini. “Era una voce importante,” scrive un fan su X. “Ci mostrava che si può essere se stessi, anche se fa paura.”
La nonna, Lina De Felice Garufi, ha confermato la notizia su Facebook con un’immagine di una rosa blu e un “Ti voglio bene” che ha commosso la rete. Intanto, la comunità di TikTok si spacca: tra cordoglio e cinismo, il caso di Davide Garufi diventa uno specchio delle contraddizioni dei social, dove la fama può trasformarsi in un’arma a doppio taglio.

Un appello alla consapevolezza
Mentre le indagini proseguono, la vicenda scuote Sesto San Giovanni e oltre. La speranza è che questa tragedia spinga a riflettere sull’impatto delle parole online. “Non è solo un caso isolato,” avverte un esperto di cyberbullismo. “È il sintomo di una cultura che fatica ad accettare chi è diverso.” Per Davide, forse, è troppo tardi. Ma la sua storia potrebbe ancora cambiare qualcosa.
Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.