La 47enne romena è stata uccisa da Peter Pancaldi dopo che i due si erano appena lasciati. Il movente è economico: lui era disoccupato con problemi di dipendenza e ora restava senza soldi.
Reggio Emilia – Ha confessato Peter Pancaldi, il 45enne accusato dalla Procura di Reggio Emilia di aver ucciso Daniela Coman, 47enne romena, trovata senza vita tra mercoledì e giovedì nell’abitazione dell’uomo a Prato di Correggio. L’uomo era stato fermato nella tarda serata di ieri e trasferito in carcere nella notte, dove durante l’interrogatorio è crollato. I due si erano lasciati, mercoledì Daniela si era recata nella casa in cui convivevano, in via Dinazzano 35, per ritirare i suoi effetti personali. Poi e n’era andata, ma poco dopo lui l’aveva richiamata, attirandola con una scusa. Quindi l’omicidio. Pancaldi dovrà rispondere di omicidio premeditato aggravato in quanto commesso su una vittima di stalking.
Il corpo di Daniela Coman sotto il piumone
A rinvenire il corpo della donna erano stati i vigili del fuoco e i carabinieri, che sono entrati nell’appartamento al primo piano della palazzina. A dare l’allarme erano stati, poco prima, la sorella della donna e il suo ex compagno, preoccupati perché Daniela non era andata a prendere a scuola il figlio di 11 anni – avuto dal precedente matrimonio – e non rispondeva al telefono.
Daniela era nel letto, sotto un piumone, sul corpo nessun segno apparente di violenza. Ma fin da subito gli inquirenti hanno sospettato che potesse trattarsi dell’ennesimo femminicidio.
Il compagno rintracciato mentre vagava nel Modenese
Pancaldi, ex autotrasportore modenese, non era in casa al momento dell’irruzione delle forze dell’ordine. E’ stato rintracciato poche ore dopo a bordo della Peugeot 208 di Daniela, mentre vagava nel Modenese. I carabinieri di Reggio, incaricati di seguire le indagini, lo hanno individuato monitorando la targa dell’auto grazie ai database delle telecamere di videosorveglianza disseminate sul territorio. Quando sono giunti sul posto, i militari lo hanno trovato in apparente stato di alterazione e lo hanno portato in caserma per accertamenti.
Interrogato dagli investigatori su disposizione del pubblico ministero Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta, Pancaldi, aveva inizialmente scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti. Poi però è crollato e ha confessato l’omicidio. Quindi è scattato il fermo.
Una relazione “tossica”
Quella tra Pancaldi e Daniela, separata da un anno e madre di un bambino, era una relazione diventata negli ultimi tempi “tossica”. Secondo gli amici, citati dal Resto del Carlino, prima di conoscerlo lei viveva a Sassuolo ed era tranquilla e felice. Poi è arrivato lui e con la relazione anche i primi guai. L’uomo aveva problemi di tossicodipendenza e secondo alcuni vicini, più di una volta aveva avuto comportamenti fuori controllo e dato in escandescenze. “Se dovesse succedermi qualcosa andate a cercarmi a questo indirizzo. Ho paura”, aveva detto ad alcuni amici, come riporta la stampa locale.
La dinamica dell’omicidio
La ricostruzione di quanto avvenuto nell’appartamento è stata data stamattina in conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia dal procuratore Calogero Paci, che ha coordinato le indagini. Daniela e Pancaldi, hanno detto gli inquirenti, si erano lasciati da qualche giorno. Lui mercoledì mattina l’ha chiamata dicendole di recuperare i suoi effetti personali, che aveva lasciato in casa. L’incontro si sarebbe svolto in modo pacifico, poi i due sono andati per la loro strada. A un certo punto, però, l’uomo l’ha richiamata con un’altra scusa, dicendole che in un pc e in una macchina fotografica c’erano ancora alcune fotografie di suo figlio – un ragazzino di 11 anni, che Daniela aveva avuto dall’ex marito – e di andare a recuperarle. Ed è proprio quando lei si è ripresentata che è avvenuto il delitto.
Nel lungo interrogatorio di ieri sera, Pancaldi ha confessato di aver ucciso Daniela perché lei gli aveva imposto di lasciare la precedente compagna, che lo sosteneva anche economicamente. Il 45enne ha problemi di dipendenze dalla droga ed era disoccupato. Ora restava di nuovo senza soldi. Quindi la decisione di ucciderla: soffocata e poi messa a “dormire” sotto il piumino. L’ennesimo femminicidio.
Il fermo è stato disposto dalla pm Valentina Salvi. L’uomo è attualmente detenuto nel carcere di Reggio Emilia.