Il 39enne Pasquale Anaclio, una prima volta ha minacciato il fratello del Vicario del Papa, la seconda il parroco: 450 euro il bottino, due anni e 10 mesi la condanna.
Roma – Pasquale Anaclio, 39 anni, originario di Messina, ha colpito due volte nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, vicino a piazza della Repubblica, tra settembre e ottobre scorso. Il suo bottino, 450 euro, gli è costato caro: una condanna a due anni e dieci mesi con rito abbreviato per rapina. Le sue vittime? Il fratello di monsignor Baldassarre Reina, Vicario del Papa per Roma, e il parroco don Pietro Guerini, minacciati con ferocia in due episodi distinti.
Il 16 settembre 2024, verso le 18, Anaclio irrompe nell’appartamento di via Cernaia, parte del complesso della Basilica, dove vive monsignor Baldassarre Reina. Il prelato non è in casa, ma c’è suo fratello Domenico. Il 39enne non perde tempo: “Non parlare, sennò ti scanno”, ringhia, puntando sulla paura. Arraffa 150 euro in contanti e un bancomat, poi si dilegua. Un’azione rapida che sembra replicare un copione già collaudato in Sicilia, dove Anaclio nel 2020 era finito nei guai per furti in altre chiese.
Nove giorni dopo, il 25 settembre, Anaclio torna sul “luogo del delitto”. È mezzanotte. Armato di una pietra, si aggira nella Basilica. Quando incrocia don Pietro Guerini, il parroco, scatta l’assalto. “Dammi i soldi o ti ammazzo”, urla, inseguendolo nei corridoi sacri. Il prete, spaventato, cerca di sfuggirgli, ma il balordo non molla. Alla fine, don Guerini cede e gli consegna 300 euro. Anaclio fugge, ma questa volta la sua corsa dura poco: le telecamere esterne lo immortalano. Mostrate le immagini al parroco, il riconoscimento è immediato. Per il siciliano scattano le manette.
Pasquale Anaclio non è un volto nuovo per le Forze dell’ordine. Già noto in Sicilia per colpi simili, ha portato il suo “mestiere” nella Capitale, scegliendo come obiettivo la Basilica di Santa Maria degli Angeli, un luogo di culto e storia vicino al caos di Termini. Il bottino totale, 450 euro, appare misero rispetto al rischio corso, ma sufficiente a inchiodarlo. Con il rito abbreviato, Anaclio è stato condannato a due anni e dieci mesi per rapina. La Procura di Roma ha chiuso il cerchio grazie alle immagini delle telecamere e alla testimonianza di don Guerini, che non ha esitato a collaborare.