Il 18 settembre alle ore 10 una manifestazione-conferenza stampa davanti all’Istituto milanese, proteste e iniziative in tutta Italia.
Milano – Disordini, rivolte, evasioni e caos. Le carceri minorili sono una polveriera infuocata e i fatti recenti dimostrano che sono sfuggite al controllo. L’ultimo caso ieri a Roma a Casal del Marmo, dove i detenuti si sono barricati in mensa, la terza rivolta in pochi giorni. E la situazione all’istituto milanese del Beccaria è ancora peggio: caos e distruzione ma anche detenuti che fuggono dalle mura di cinta. E come se non bastasse, un cambio dei vertici nei mesi scorsi dopo i casi di violenze e pestaggi: qui 13 agenti sono finiti nel mirino della magistratura per le torture ai giovani detenuti. Ecco perché la polizia penitenziaria ha deciso di scendere in piazza con sit-in, manifestazioni e proteste in tutta Italia.
La violenta terza rivolta in una settimana al carcere minorile di Casal del Marmo rafforza la campagna “No all’accanimento contro la polizia penitenziaria, sì alla sicurezza dentro e fuori le carceri” promossa dal sindacato polizia penitenziaria con numerose iniziative in tutt’Italia e che vedrà mercoledì 18 settembre alle ore 10 una manifestazione-conferenza stampa davanti all’Istituto Beccaria di Milano. Ad annunciarlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria, che spiega: “Intendiamo accendere l’attenzione su cosa accade negli istituti penali per minorenni dove sono 380 i ragazzi detenuti a marzo 2023 (tra cui 12 ragazze), pari al 2,7% del totale dei ragazzi in carico ai servizi della giustizia minorile”.
Dopo i “gravi fatti di Roma, quelli di Milano (Beccaria), di Torino (Ferrante Aporti) dove sono state eseguite undici misure cautelari in carcere per i giovani detenuti coinvolti nella rivolta di agosto, non è possibile ancora scaricare una situazione di gravissima emergenza sulla polizia penitenziaria che invece con i 13 arresti al Beccaria ha pagato sulla propria pelle le conseguenze maggiori, come le sta pagando nei 190 istituti penitenziari di tutto il Paese” fa notare il sindacalista che a luglio si è incatenato davanti al ministero della Giustizia per protestare. E oggi, puntando l’attenzione sui minori, sottolinea che sui detenuti giovani “bisogna investire per evitare che non diventino carcerati abituali”.
L’attuale sistema carcerario per minori, aggiunge “non solo non serve a nulla, anzi si rivela una sorta di scuola per delinquere con il 90% di chi entra si avvia verso una ‘carriera criminale’ passando come stadio successivo immediato al carcere normale. Il 70% dei ragazzi entra per custodia cautelare, con una permanenza media di poco superiore ai 100 giorni”. Nel corso del 2023, il 79,3% degli ingressi in carcere si è avuto per custodia cautelare. Ben oltre la metà degli ingressi rimanenti (140 su 237) è avvenuta per esecuzione pena dalla libertà. “Per noi – dice il segretario sindacato polizia penitenziaria – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse. A Milano – sottolinea Di Giacomo – manifesteremo perché si predispongano tutte quelle misure non più rinviabili ad assicurare che il controllo degli istituti per minori e quelli per adulti torni allo Stato”.
E ancora, continua lo sfogo: “Lo Stato non può ammainare ‘bandiera bianca’ e continuare a scaricare sulla polizia penitenziaria una situazione che non è più gestibile. Per tutto questo, insieme a noi, al personale penitenziario, a Milano, ci saranno delegazioni delle famiglie degli agenti che tutti i giorni temono per la vita dei propri cari, rappresentanti delle vittime di estorsioni, rapine, violenze di ogni genere subite da chi è appena uscito dal carcere e quanti continuano a subire minacce dal carcere attraverso telefonini. Per tutti l’appello sarà: non c’è più tempo da perdere. Siamo certi che i giornalisti e gli operatori dell’informazione raccoglieranno quest’appello e le “storie” di servitori dello Stato e cittadini a cui daremo voce”.
Al Beccaria la situazione è fuori controllo, tanto che il ministro Carlo Nordio ha inviato nuovi rinforzi di personale: ai 13 agenti di Polizia Penitenziaria, che hanno già assunto servizio il 22 aprile, dopo l’arresto di altrettanti colleghi coinvolti a vario titolo nell’inchiesta della Procura di Milano, si aggiungeranno in breve tempo altre 22 unità, con uno specifico interpello. Ma il grido di dolore della polizia penitenziaria è sempre più amplificato dagli eventi criminali che si susseguono dietro le sbarre. Al Ferrante Aporti di Torino 15 detenuti sono sotto inchiesta per la devastazione del luglio scorso. L’Osapp ha denunciato più volte una situazione drammatica.
A fronte di una capienza di 46 minori sono presenti oggi 56 minori: “non vi è posto per dormire” è la denuncia del sindacato penitenziario. La soluzione:” dormi per terra su una brandina di resina da spiaggia in mezzo ad una stanza dove sono già presenti quatto/cinque detenuti. La situazione è ulteriormente accentuata dal fatto che sono distaccati da anni circa 20 unità di personale di polizia penitenziaria in ogni dove (non si sa dove).