Sperimentazione di quattro mesi dopo la sentenza della Consulta. Locali dotati di letto, tv e bagno per incontri di due ore e mezza.
Padova – Prenderanno il via lunedì 6 ottobre le cosiddette “stanze dell’amore” all’interno del carcere Due Palazzi di Padova. Gli spazi saranno allestiti in prossimità delle aree destinate ai colloqui, garantendo la massima riservatezza. Il progetto, già proposto all’inizio del 2024 da diverse associazioni di volontariato che operano con i detenuti, nasce in seguito a una pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma della legge 26 luglio 1975 che impediva ai reclusi incontri con il coniuge senza sorveglianza diretta del personale. La fase sperimentale avrà una durata di quattro mesi.
L’associazione “Ristretti Orizzonti” di Ornella Favero aveva sollecitato l’avvio immediato della sperimentazione, incontrando però l’opposizione del sottosegretario leghista alla Giustizia Andrea Ostellari, originario di Padova. Nel frattempo, ad aprile, il dicastero della Giustizia aveva emanato le linee guida destinate ai responsabili degli istituti penitenziari per adeguarsi alla nuova normativa. La direttrice del penitenziario Maria Gabriella Lusi ha quindi autorizzato l’apertura delle stanze dopo che tre detenuti, tramite i loro legali, hanno presentato richiesta al magistrato di sorveglianza, che ha disposto l’applicazione della sentenza costituzionale.
La stanza allestita nel carcere padovano dispone di un letto, un televisore e servizi igienici annessi, ma non può essere chiusa dall’interno. Gli incontri potranno durare fino a due ore e mezza in un ambiente pensato per ricreare un’atmosfera domestica, nel pieno rispetto della privacy. Spetta al giudice di Sorveglianza valutare caso per caso chi può beneficiare dell’opportunità. Secondo i dati del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, circa 17mila detenuti in Italia potrebbero potenzialmente usufruire di questa possibilità. Tuttavia, per ragioni di sicurezza, sono esclusi coloro che sono sottoposti a regimi detentivi speciali, chi è stato trovato in possesso di stupefacenti, telefoni cellulari o oggetti pericolosi, oltre ai condannati per femminicidio.
Le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria hanno manifestato forti perplessità sull’iniziativa, citando problematiche legate alla sicurezza e alla carenza di personale. Ciononostante, seguendo le direttive ministeriali, gli istituti penitenziari si stanno organizzando. “Alcuni hanno già gli spazi e altri si dovranno organizzare”, ha spiegato il sottosegretario Ostellari al quotidiano Il Messaggero, precisando: “Oggi, come governo e ministero, ci stiamo impegnando per realizzare e ampliare i posti disponibili per le celle detentive”. Per il 2027, ha spiegato Ostellari, “avremo 10mila posti in più, ciò che occorre oggi è aumentare gli spazi per garantire dignità ai detenuti e alle persone che nel carcere ci lavorano”.