Cybersecurity: bozza dl, arresto in flagranza per accesso abusivo banche dati

Dopo gli ultimi casi di dossieraggio, è previsto nella bozza del decreto legge atteso lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. 

Roma – Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria potranno procedere all’arresto di chiunque è colto in flagranza anche nel caso di delitto di “accesso abusivo a un sistema informatico o telematico in sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico”. Lo prevede una bozza del dl Giustizia, presa in visione da Public Policy e all’ordine del giorno del pre-cdm di oggi. La modifica va a toccare l’articolo 380 del Codice di procedura penale.

La previsione sarebbe prevista nella bozza del decreto legge atteso lunedì 25 novembre sul tavolo del Consiglio dei ministri, ritenuto necessario dal governo dopo i molteplici casi di dossieraggio emersi negli ultimi mesi. In particolare al punto ‘Disposizioni urgenti per il contrasto dei reati informatici’, si legge che all’articolo 380 del codice di procedura penale, che indica le fattispecie per le quali è previsto l’arresto in flagranza, è inserito anche il “delitto di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico in sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, previsto dall’articolo 615-ter, terzo comma, del codice penale”. 

Il mese scorso è stato anche dato il via libera dalla capigruppo del Senato alla calendarizzazione in Aula della proposta di istituzione di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio ai danni di esponenti politici e cariche dello Stato. La decisione di calendarizzare la proposta è stata assunta all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo. Lo ha reso noto il capogruppo di Italia Viva, Enrico Borghi, che aveva per primo lanciato la proposta. “Verrà calendarizzata in prima commissione Affari costituzionali -ha detto il renziano-. Facciamo appello a tutte le forze politiche affinché la sottoscrivano”.

“Le vicende che stanno emergendo a seguito dell’iniziativa della Procura di Milano ma più in generale tutte le vicende di dossieraggio che si sono verificate con il prelievo di dati sensibili di cittadini, imprenditori, esponenti politici e altre cariche dello Stato contenuti in banche dati strategiche nazionali ha bisogno di una immediata risposta delle istituzioni”, ha ribadito Borghi. Intanto oggi è stato interrogato Leonardo Maria Del Vecchio, figlio dello scomparso fondatore di Luxottica indagato dalla Procura di Milano con l’ipotesi di concorso in accesso abusivo a sistemi informatici nell’ambito dell’inchiesta sul gruppo legato alla società Equalize. E’ stato lo stesso imprenditore 29enne, assistito dall’avvocata Maria Emanuela Mascalchi, a chiedere il confronto con il pm della Francesco De Tommasi e i Carabinieri del nucleo investigativo di Varese per offrire la propria versione dei fatti e smontare le accuse degli inquirenti.

Ma tornando invece sul fronte politico, dopo la bufera dei furti di informazioni dalle banche dati internazionali, Nordio ha assicurato che lo Stato è “molto vicino a controllare gli attacchi hacker”. Ha poi spiegato: “Stiamo investendo cifre molto importanti per realizzare la sicurezza, nella consapevolezza che tutto il mondo è stato trovato impreparato di fronte a questa aggressione dell’hackeraggio, proprio perché i malintenzionati agiscono prima che lo Stato si munisca della normazione necessaria per controllarli. Però arriverà il momento, e per noi è molto vicino, in cui riusciremo a controllarli del tutto”. 

“Il fenomeno dell’hackeraggio sta colpendo il mondo intero – ha sottolineato il Guardasigilli – È stato colpito anche il Cremlino ed stato hackerato il sistema di moltissimi stati Ue proprio perché la tecnologia avanza molto più velocemente della normazione da parte degli Stati. È un problema che cerchiamo di risolvere sia a livello normativo sia a livello tecnologico”. Nordio ha anche parlato della legge 90/2024 che riguarda disposizioni per il rafforzamento di cybersicurezza nazionale e reati informatici.

Le “notevoli novità introdotte dalla legge 90 del 2024”, ha sottolineato, “conoscono ora un attento lavoro di applicazione delle prescrizioni, di affiancamento delle amministrazioni maggiormente interessate, di sensibilizzazione in senso lato alla necessità che tutti si dotino di dispositivi anti intrusione, e soprattutto i soggetti inseriti nel nuovo perimetro di sicurezza informatica. L’Agenzia cybersicurezza nazionale sta promuovendo una serie di incontri sul territorio nazionale volti ad aumentare la consapevolezza del rischio nei dipendenti delle pubbliche amministrazioni e ad adottare i dispositivi e le prassi di tutela“.

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