Cyberpirati: le nuove minacce digitali e il ruolo dell’Intelligenza Artificiale

Dai pirati dei mari ai cybercriminali del web: come il cyberspazio è diventato il nuovo campo di battaglia digitale e quali difese possono contrastare gli attacchi informatici.

Prima dell’avvento di Internet i pirati erano considerati gruppi di persone che percorrevano il mare su grandi imbarcazioni per assalire e depredare a proprio esclusivo beneficio navi di qualunque nazionalità, il loro carico e le persone imbarcate, in spregio di ogni norma di diritto nazionale e internazionale. Oggi ci sono, invece, i pirati del “cyberspace”.

E’ un termine molto utilizzato, ma non sempre se ne conosce il significato. Fu coniato nel 1984, quando Internet era ancora in là da venire, dallo scrittore statunitense William Gibson che così lo definì: Un’allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione, da bambini a cui vengono insegnati i concetti matematici…Una rappresentazione grafica di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessità. Linee di luce allineate nel non spazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano…”.

Oggi, viene definito dagli esperti “un dominio globale e dinamico (soggetto a un cambiamento continuo) caratterizzato dall’uso combinato di uno spettro elettronico ed elettromagnetico, con lo scopo di creare, immagazzinare, modificare, scambiare, condividere ed estrarre, utilizzare, eliminare informazioni, gestire e compromettere beni fisici”.

Sono in continua crescita gli attacchi di malware e ransomware, virus che infettano i pc.

Ebbene, i nuovi pirati in questo grande mare virtuale si muovono a piacimento e con cognizione di causa. Al posto della sciabola d’abbordaggio utilizzano il mouse e un pc e sferrano l’attacco via email che ha colpito il 50% degli utenti e il 31% di esse sono spam, il cui numero è cresciuto del 197%.

I dati sono stati diffusi dal rapporto di Acronis, un’azienda tecnologica mondiale con sede in Svizzera, riguardante la seconda metà dello scorso anno. Sono in continua crescita gli attacchi di malware e ransomware, virus che infettano i pc.

Sembra sulla breccia il phishing, utilizzato per compiere truffe. Si sta spandendo la cosiddetta “ingegneria sociale”, una forma di manipolazione psicologica che attraverso la rete usa la manipolazione delle abilità comunicative e psicologiche per ottenere informazioni, accesso o azioni da parte di altre persone. I settori che più cedono al loro…perverso fascino sono quello finanziario e sanitario, con danni molto costosi.

L’Italia è uno dei Paesi più colpiti dai pirati del web insieme agli Emirati Arabi e Singapore.

L’Italia è uno dei Paesi più colpiti insieme agli Emirati Arabi e Singapore. Per quanto riguarda il nostro Paese è la conferma sì del suo rilievo internazionale, ma anche della fragilità e inconsistenza dei sistemi difensivi. In questo contesto non poteva certo mancare all’appello l’Intelligenza Artificiale (IA). Infatti, grazie ad essa, anche hacker (i pirati moderni) non eccelsi possono creare danni.

Il rapporto si chiude con l’invito ai governi e alle imprese di attivare progetti difensivi per stare al passo di minacce sempre più sofisticate. Infatti, si stima che quest’anno la crescita non si fermerà, ma si confida nelle capacità dell’IA di saper contenere gli attacchi attraverso il loro monitoraggio e il rilevamento. Non c’è da stare allegri, anche perché per quanto riguarda la “difesa” in tutto i settori dello scibile umano, l’Italia non ha manifestato mai grandi doti. Tranne nel calcio, in cui la nostra nazionale e le squadre di club, una volta, erano famose nel mondo per le granitiche, coriacee e ferree capacità difensive. Oggi, abbiamo smarrito pure quelle! Antonio Zarra

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