Papa Francesco

CRAVATTARI COME PIPISTRELLI NELLA NOTTE

Papa Bergoglio contro l’usura che distrugge famiglie e imprese. L’esempio da seguire è quello di Don Pino Puglisi, il prete di frontiera che non si è fatto piegare dalla mafia.

Papa Francesco da Casa Santa Marta ha lanciato un accorato appello alla gente onesta affinchè non si rivolgano agli usurai, veri e propri avvoltoi della povera gente. In tempi di magra come questi tante persone sono costrette a rimanere in casa: lavoratori occasionali o con attività chiuse e in attesa del contributo statale incluso nel decreto Cura Italia. In attesa della fase 2, la ferita inflitta dalla pandemia ha portato allo stremo milioni di italiani che a causa della burocrazia e dei servizi inefficienti non hanno percepito ancora alcun contributo. È uso e costume della malavita organizzata di tutto approfittare dei momenti epocali di sofferenza per trarne illeciti profitti. Alleati della criminalità, oltre ai bisogni della popolazione meno abbiente, sono il disagio sociale, la disoccupazione e l’analfabetismo che contribuiscono in larga parte al successo delle attività criminali. Fortunatamente nei rioni popolari, le associazioni di volontariato e i parroci di frontiera come il compianto don Pino Puglisi, non si piegano alle mafie e aiutano le persone, a rischio della propria vita, contro la piaga dell’usura. Anche le istituzioni vigilano nel caos del COVID-19 e non abbassano la guardia contro il malaffare; nella convinzione che una via d’uscita c’è sempre. Ogni padre di famiglia che cede ai cravattari, in qualsiasi forma e sussistenza, dovrà restituire il debito con interessi da capogiro ma non basta. Gli avvoltoi, senza dignità, non si fermeranno e finiranno per mettere le mani sulle attività imprenditoriali e sui patrimoni delle famiglie senza pietà.

Don Pino Puglisi, il prete di frontiera trucidato dalla mafia.

Papa Francesco, in un momento così delicato per il suo pontificato e con numerosi nemici che attentano alla sua parola di fede e di speranza, centra perfettamente l’obiettivo: “… Come Pietro è arrivato a questo punto? Perché era un uomo entusiasta, un uomo che amava con forza ma che era anche un timoroso, un uomo aperto a Dio al punto che Dio gli rivela che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, ma poco dopo si lascia cadere nella tentazione di dire a Gesù: ‘No, Signore, per questa strada no: andiamo per l’altra, la redenzione senza Croce’. E Gesù gli dice: ‘Satana’. Un Pietro che passava dalla tentazione alla grazia, un Pietro che è capace di inginocchiarsi, davanti a Gesù e dire: ‘Allontanati da me che sono peccatore’, e poi un Pietro che cerca di cavarsela senza farsi vedere e per non finire in carcere rinnega Gesù. È un Pietro instabile, ma perché era molto generoso e anche molto debole. Qual è il segreto, qual è la forza che ha avuto Pietro per arrivare qui? […] È questo il segreto di Pietro: la preghiera di Gesù. Gesù prega per Pietro, perché la sua fede non venga meno e possa – dice Gesù – confermare nella fede i fratelli. Gesù prega per Pietro…”.

Di denaro a strozzo si può anche morire.

Il Pontefice dice ancora di più e con la forza della Misericordia: “… Preghiamo anche per gli usurai: che il Signore tocchi il loro cuore e si convertano…”. E ricorda: “…’La luce è venuta al mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagieGesù riprende anche questo della luce. C’è gente – anche noi, tante volte – che non può vivere nella luce perché abituata alle tenebre. La luce li abbaglia, sono incapaci di vedere. Sono pipistrelli umani: sanno muoversi soltanto nella notte. E anche noi, quando siamo nel peccato, ci troviamo in questo stato…”. E non da ultimo il Papa ricorda la missione dell’Europa e dei Consiglieri UE esclamando: “… In questo tempo nel quale è necessaria tanta unità tra noi, tra le nazioni, preghiamo oggi per l’Europa: perché l’Europa riesca ad avere questa unità, questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea…”.

In occasione del suo onomastico, occorso il 23 aprile, Papa Bergoglio ha donato 10 respiratori e DPI (dispositivi di protezione individuali) a diversi nosocomi di Spagna, Italia e Romania.

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