Costa: “Separazione carriere è indispensabile, attua la Costituzione”

Il deputato di Forza Italia: “Indispensabile per arrivare al giusto processo”. Domani riprende l’esame alla Camera sulla riforma.

Roma –  La separazione delle carriere dei magistrati è una riforma “indispensabile per arrivare a quanto
dispone la Costituzione sul giusto processo. Occorre un avvocato dell’accusa, un avvocato della difesa e un giudice realmente terzo”. Lo ha detto Enrico Costa (Forza Italia), intervistato dalla Stampa. L’esame alla Camera sulla riforma della giustizia che contiene la separazione delle carriere, riprenderà domani. Secondo quanto stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, nella seduta pomeridiana del 14 gennaio ci sarà il seguito dell’esame del ddl sulla riforma della giustizia. L’avvio dell’esame del dl Giustizia è stato calendarizzato da lunedì 20 gennaio.

Attualmente, ha sostenuto l’esponente azzurro, c’è “un giudice che è sopraffatto e quasi prevaricato dalla forza mediatica del pubblico ministero. Il ruolo del giudice durante la fase fondamentale delle indagini preliminari è quasi invisibile. L’ho paragonato all’opossum che si finge morto. Se prova a opporsi alle istanze del pm che chiede proroghe di indagini, intercettazioni, ordinanze cautelari… sembra che voglia ostacolare il naturale corso della giustizia. Invece con la nostra riforma il giudice deve emergere fortemente”.

La separazione delle carriere cambierà la giustizia? “Oggi, non dico tecnicamente ma sul piano sostanziale, l’unitarietà delle carriere – ha replicato Costa – espone l’atto del pm con una forza tale che diventa la vera
sentenza
. E se dopo anni una persona viene assolta o prosciolta resta la cicatrice”. A giudizio dell’esponente azzurro “l’atto della procura impatta terribilmente sull‘immaginario collettivo. Per questo siamo intervenuti sulla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare: non per imbavagliare la stampa ma perché deve esserci una riserva su qualcosa che può essere ribaltato. Il 50% delle persone che vanno a processo è assolto in primo grado eppure non recupera più la propria immagine. E questo è l’aspetto che deve ispirare il nostro lavoro”, ha rilevato.

Riguardo alla contrarietà di gran parte dei magistrati, Costa replica: “Diciamo che questo testo favorisce la magistratura non militante. Ma il magistrato non militante, oggi non ha voce. Chi ce l’ha sono i capi corrente, quelli ai vertici dell’Anm o nel Csm, i pubblici ministeri che amano le inchieste-spettacolo. Quelli appena il governo porta avanti una riforma, la contestano sui giornali”. Definendo “giornate storiche” quelle che hanno riguardato la discussione sulla riforma della giustizia il deputato conclude: “Purtroppo a portare avanti proposte garantiste si subisce l’accusa di favorire i criminali o la mafia. Non si pensa che si stia affermando dei principi costituzionali, come la presunzione di innocenza o il diritto di difesa. No, anche in Parlamento quello del garantista non è un lavoro semplice”.

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