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Cosenza – Operazione “Pressing” a segno: aggredivano i famigliari dei tossici clienti

Mesi di indagine hanno fatto luce su un vastissimo smercio di sostanze stupefacenti che ha portato alla formulazione di ben 200 capi di imputazione per 30 indagati.

Cosenza – La Polizia di Stato di Cosenza, nelle prime ore di oggi, su disposizione della locale Procura della Repubblica, ha eseguito 20 Ordinanze di misure cautelari (5 in carcere, 10 agli arresti domiciliari e 5 con obbligo di presentazione alla P.G.) nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina, hashish e marijuana, estorsione come conseguenza dell’attività di spaccio e detenzione abusiva di armi.

L’operazione, denominata convenzionalmente “Pressing”, è l’epilogo di un’intensa attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile cosentina, che ha consentito di cristallizzare una diffusa operatività degli indagati che, in un periodo di circa 12 mesi, hanno posto in essere un sistematico smercio di sostanze stupefacenti in città e nel suo hinterland. La continuità e la costanza nelle attività di spaccio, per i complessivi 30 indagati, emergono chiaramente da 200 capi d’imputazione formulati dalla Procura della Repubblica ed accertati per veri dal GIP.

Molte le volanti impegnate nell’operazione.

Le indagini, peraltro, hanno consentito di individuare diverse piazze di spaccio in Cosenza, tra via Popilia, Centro Storico e Autostazione, talune connotate da alta densità criminale talaltre frequentate da giovani e cittadini extracomunitari. Hanno consentito, inoltre, di stabilire che gli indagati, organizzati in rete, erano pronti, alla bisogna, di rifornirsi di droga reciprocamente al fine di soddisfare le richieste della propria “clientela” ampiamente diversificata e di diversa estrazione sociale.

La capacità di alcuni indagati di attuare la propria forza intimidatrice al fine di recuperare i crediti derivanti dalla cessione di droga è emersa in tutta evidenza ed è perfino degenerata, in qualche occasione, in violente aggressioni fisiche. Le ripercussioni di detta attività estorsiva hanno visto coinvolti talvolta finanche i familiari degli assuntori, costretti a subire, oltre al dramma dello stato di tossicodipendenza del proprio congiunto, anche quello della paura di conseguenze gravi derivanti dalle minacce a loro rivolte.

La pericolosità di alcuni indagati è stata altresì circostanziata dall’accertata detenzione e porto illegale di armi. Alcuni degli indagati, pur trovandosi agli arresti domiciliari, hanno continuato l’attività di spaccio avvalendosi anche del contributo di componenti il relativo nucleo familiare che, all’occorrenza, diventavano preziosi collaboratori nelle cessioni di droga e nel recupero crediti.

Nel corso delle attività d’indagine, a riscontro delle evidenze investigative, e a dimostrazione della capacità degli indagati di poter disporre di diversa tipologia e quantità di droga, sono stati effettuati diversi arresti e sequestri pari ad oltre 8 chilogrammi di marijuana, grammi 200 di cocaina, 1,5 chilogrammi di hashish e diversa eroina. Nel corso dell’esecuzione venivano sequestrate, a carico di alcuni degli indagati, modiche quantità di sostanza stupefacente nonché materiale per la pesatura ed il confezionamento.

Per l’esecuzione delle misure cautelari sono state impiegati circa 150 operatori, oltre che della Squadra Mobile di Cosenza anche dei commissariati distaccati di Corigliano-Rossano, Paola e Castrovillari nonché dei Reparti Prevenzione Crimine di Cosenza, Vibo Valentia e Siderno, delle unità cinofile della questura di Vibo Valentia e, infine, del Reparto Volo di Reggio Calabria.

L’attività di Polizia Giudiziaria che si è appena conclusa costituisce l’ennesima evidenza ed il risultato della particolare attenzione della procura di Cosenza, diretta dal Dr. Mario Spagnuolo, e del questore Michele Spina, al recrudescente fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti in città.

Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca.

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