Fuoriuscita da Die Linke, Sahra Wagenknecht vuole riportare a casa il voto dei ceti più deboli invocando lo stop all’immigrazione, posizioni no vax e antiecologiste.
Roma – Cercando una sinistra a sinistra della sinistra ci si può ritrovare improvvisamente a destra: è quello che sta capitando a Sahra Wagenknecht, 54 anni, un nome che fuori dalla Germania non dice niente a nessuno ma che è il caso di appuntarsi perché potrebbe inaugurare un nuovo trend politico.
Dopo mesi di annunci la signora ha lasciato Die Linke, formazione di sinistra in cui militava, per fondare un nuovo partito, pronto probabilmente a gennaio, che porterà il suo nome “Alleanza Sahra Wagenknecht“, ma che soprattutto si farà araldo di un inedito “sovranismo di sinistra” vicino a Putin, di fede no vax, operaista ma antiecologista, soprattutto, udite udite, fieramente contrario a ogni forma di immigrazione incontrollata.
Il ragionamento di Wagenknecht non non è inedito, sorprendono semmai le conclusioni. La feroce critica alla sinistra salottiera, colpevole di aver perso la connessione con il suo popolo inseguendo feticci neoliberisti come i diritti e la transizione green, e di aver di conseguenza costretto chi sta ai margini a trovare riparo addirittura in un partito come “Alternative fur Deutschland” di chiare nostalgie naziste, viene risolta da Wagenknecht spostando radicalmente la sinistra che ha in mente su posizioni di destra, a costo di perdere per strada quella parte di elettorato internazionalista, ecologista e liberale.
Ci si potrebbe chiedere per quale motivo un elettore tedesco, avendo a disposizione l’originale, una “destra destra” ormai sdoganata, dovrebbe “tornare” a sinistra per votare un’imitazione. La domanda sta in piedi ma non fa i conti con l’indiscusso carisma di Wagenknecht, fascinosa bastian contrario della politica tedesca che “buca” il video e quando parla sa farsi ascoltare. Nata nell’ex Germania dell’est in una famiglia operaia, solidi studi marxisti alle spalle, non arriva buon ultima a schierarsi contro l’immigrazione, lo fece già nel 2015 quando la Merkel decise di spalancare le frontiere ad un milione di siriani trasformandosi dall’oggi al domani nella beniamina della sinistra europea. Lei, invece, oggi come ieri le frontiere le vuole chiudere, rompendo uno dei tanti tabù della sinistra che ha promesso di mandare in frantumi.
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