Carte di credito ricaricate per spese personali, gare spezzettate e commesse pilotate: scoperto un sistema di corruzione sistematica nel Comune di Fiumicino tra il 2016 e il 2024.
Roma – Un sistema rodato e persistente di corruzione e turbative d’asta ha coinvolto funzionari e dirigenti del Comune di Fiumicino, accusati di aver favorito imprenditori privati in cambio di elargizioni in denaro e altri benefici personali. L’inchiesta, avviata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha portato all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per quattro persone: due impiegati pubblici e due imprenditori.
Un sistema corruttivo tra appalti e carte di credito
Le indagini, fondate su intercettazioni telefoniche, prove documentali e patrimoniali, hanno fatto emergere un quadro preoccupante di commistione tra pubblico e privato. Carte di credito ricaricate dagli imprenditori venivano utilizzate dai funzionari pubblici per spese personali, tra cui acquisti su Amazon, pagamenti alla Metro, cene, catering e regali.
Tra il 2016 e il 2024, sono stati affidati direttamente o prorogati appalti per oltre 950.000 euro, mentre altri lavori risultano documentati per un totale di oltre 4,6 milioni di euro. Un terzo imprenditore avrebbe ricevuto commesse pubbliche per 1,3 milioni, tutte assegnate tramite un sistema di spezzettamento illegale degli appalti, volto a eludere le gare pubbliche europee.
Settori delicati coinvolti: sociale, sanitario e accoglienza migranti
Il sistema corruttivo ha toccato ambiti strategici e sensibili come i servizi sociali, sociosanitari e il progetto S.A.I. per l’accoglienza dei migranti. In alcuni casi, funzionari pubblici agivano in nome e per conto delle imprese sociali vincitrici degli appalti, suggerendo modalità di partecipazione, date e contenuti dei bandi.
Le intercettazioni hanno confermato una sistematica strumentalizzazione della funzione pubblica, con favoritismi, suggerimenti di partecipazione e accordi preordinati tra le parti. È emersa una pericolosa erosione della legalità amministrativa, dove la funzione pubblica veniva svenduta a favore di un duopolio imprenditoriale ben radicato.
Misure cautelari e obbligo di trasparenza
Il GIP di Civitavecchia, nel disporre le misure custodiali e il divieto di comunicazione con soggetti esterni alla famiglia, ha riconosciuto un concreto rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato. La gravità dei fatti, l’alto profilo dei soggetti coinvolti e l’ambito dei servizi interessati impongono – come richiesto dagli inquirenti – un’informazione pubblica trasparente, evitando al contempo fughe di notizie non verificate o spettacolarizzazioni.