Corruzione al Comune di Aci Sant’Antonio dietro i fondi post-sisma, 42 indagati

Interdizione per una funzionaria e il geometra. Tra le accuse, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Catania – Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica e distruzione e occultamento di atti. Sono i reati contestati, a vario titolo, a 42 persone che hanno ricevuto la notifica dell’avviso conclusioni indagini. Sotto la lente d’ingrandimento della procura di Catania e dei carabinieri, è finito il Comune di Aci Sant’Antonio per i fondi sul terremoto. Due le misure interdittive: una nei confronti di Rosa Mammino, funzionaria del Comune, coordinatrice dell’ufficio Sisma e responsabile del procedimento per l’approvazione e liquidazione delle domande di contributo, l’altra a carico del geometra Angelo Patanè nella qualità di libero professionista.

I due sono stati sospesi per dieci mesi dalla possibilità di esercitare il proprio lavoro negli uffici pubblici e per sei mesi è scattato lo stop di esercitare la propria attività professionale. Tutto è nato dalle denunce presentate da due imprenditori nei confronti dell’allora sindaco del Comune di Aci Sant’Antonio, Santo Caruso e di un funzionario comunale, accusati di “supposte condotte corruttive e di illeciti nella gestione e affidamento di lavori pubblici, nonché nell’assegnazione di contributi stanziati dall’Ente comunale in favore di privati e associazioni”.

 Ad Aci Sant’Antonio, secondo gli inquirenti, vi sarebbe stato un “trasversale sistema illecito nella gestione dei contributi per la ricostruzione post–sisma nel quale risultavano pesantemente coinvolti, a vario titolo, pubblici amministratori, funzionari comunali, privati cittadini richiedenti il contributo per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate dall’evento tellurico, nonché tecnici di parte”.

Per i magistrati la funzionaria comunale avrebbe fatto ottenere a privati cittadini, l’indebita elargizione del contributo statale stanziato per il pronto ripristino delle abitazioni danneggiate, in cambio di una remunerazione economica. La quota per il “favore” era il compenso corrisposto al geometra di cui la stessa si sarebbe avvalsa, quale suo prestanome, e con il quale avrebbe operato in correità.

E ancora, nella ricostruzione effettuata dai militari dell’Arma gli approfondimenti investigativi hanno permesso, inoltre, di accertare “plurime falsificazioni dei verbali di giunta e delle relative delibere adottate, in quanto i membri della giunta comunale di Aci Sant’Antonio, in concorso con il segretario comunale, nel corso dell’anno 2019 avrebbero attestato, non conformemente al vero, la presenza di alcuni di loro a sedute alle quali n realtà non avevano partecipato, trovandosi in altre località per impegni personali”.

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