Una misura drastica che fa riflettere sul fallimento educativo di un’intera generazione e sull’abdicazione del ruolo genitoriale nella società contemporanea.
Praia a Mare – Quello che sta accadendo a Praia a Mare non è un caso isolato ma il sintomo di una crisi educativa che attraversa l’intera società italiana. Quando un’amministrazione comunale è costretta a emanare un coprifuoco per ragazzini di 13-14 anni, significa che siamo di fronte a un fallimento sistemico che va ben oltre la semplice maleducazione giovanile. È il segno tangibile di come un’intera generazione di genitori abbia progressivamente abbandonato il proprio ruolo educativo, delegando alla società civile, alla scuola e ora persino alle forze dell’ordine compiti che dovrebbero essere naturalmente familiari.
La gravità della situazione emerge chiaramente dalle parole del sindaco De Lorenzo, che non nasconde la propria frustrazione nel dover utilizzare risorse pubbliche per controllare comportamenti che dovrebbero essere regolati dall’educazione domestica. Non si tratta più di semplici ragazzate estive ma di un vero e proprio vuoto educativo che si manifesta attraverso atti di violenza gratuita e vandalismo sistematico.
A Praia a Mare, suggestiva località del Tirreno cosentino, il sindaco Antonino De Lorenzo ha dovuto prendere una decisione tanto drastica quanto emblematica: dal 25 luglio al 30 settembre, i ragazzi sotto i 14 anni non potranno circolare da soli dalle 00:30 alle 7 del mattino.

L’ordinanza comunale n. 78 prevede multe salate – 100 euro per i minori e 250 euro per i genitori – con aumenti del 50% in caso di recidiva.
Quando la notte diventa terra di nessuno
La misura nasce da settimane di episodi allarmanti: vandalismi, schiamazzi, uso improprio di monopattini elettrici e persino aggressioni tra coetanei. Il culmine è stato raggiunto quando un ragazzino è riuscito a salvarsi da un’aggressione di gruppo rifugiandosi in un locale aperto. Durante i controlli notturni del 18-20 luglio, la Polizia municipale ha sequestrato diversi veicoli guidati da minori.

“Noi l’abbiamo pensata e attuata per proteggere i 14enni che girano in maniera incontrollata per tutta la notte cercando di aggredire i loro coetanei o arrecare danno alle strutture balneari. Sembra che sia il loro gioco preferito”, ha dichiarato il sindaco, che non ha nascosto la propria amarezza: “È l’ordinanza della discordia e dell’essenzialità. Sono pronto a revocarla se solo i genitori fanno per intero il loro dovere”.
Il costo di supplire alle mancanze familiari
L’iniziativa comporta costi significativi per il Comune: aumento dei turni della polizia locale e assunzione di vigilantes privati. Un investimento che De Lorenzo ha definito necessario per preservare “il buon nome di Praia, cittadina civile e tranquilla”.
Dopo le prime notti di applicazione, la misura sembra aver già prodotto risultati positivi, riducendo rumori molesti e bravate notturne. Tuttavia, secondo il sindaco, “il 99% ha applaudito all’iniziativa, mentre l’1% ha detto che sono un fascista”.
Un sindaco costretto a fare il genitore
Quello che emerge da questa vicenda è un quadro preoccupante che va ben oltre i confini di Praia a Mare. Un sindaco costretto a emanare ordinanze per controllare ragazzini di 13-14 anni in giro di notte, spesso sotto effetto di alcol e sostanze, la dice lunga sull’incapacità genitoriale ormai dilagante nella nostra società.

Non si tratta di fascismo, come qualcuno ha accusato, ma di un drammatico fallimento del sistema educativo familiare. Quando un’amministrazione comunale deve investire risorse pubbliche per fare quello che dovrebbero fare naturalmente i genitori – sapere dove sono i propri figli minorenni alle 2 di notte – significa che stiamo rasentando il fondo.
L’abdicazione del ruolo genitoriale
La generazione dei genitori di oggi sembra aver abdicato al proprio ruolo educativo, preferendo essere “amici” piuttosto che guide per i propri figli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ragazzini che considerano “gioco” aggredire i coetanei e vandalizzare proprietà altrui, mentre i genitori evidentemente dormono sonni tranquilli ignari di dove si trovino i loro figli minorenni.
L’ordinanza di De Lorenzo diventa così uno specchio spietato della nostra società: quando le istituzioni devono sostituirsi alle famiglie nell’educazione e nel controllo dei minori, significa che qualcosa di fondamentale si è rotto nel tessuto sociale.
La scelta del primo cittadino di Praia a Mare diventa un caso nazionale, un esperimento di gestione del degrado giovanile che molti osserveranno con attenzione.
Il sindaco ha parlato di “atto preventivo” e ha sottolineato la disponibilità a revocare l’ordinanza solo in presenza di “atti concreti per arginare il fenomeno”. In altre parole, quando i genitori torneranno a fare i genitori.
Resta il nodo di fondo, lucidamente espresso dallo stesso De Lorenzo: si tratta di un argine temporaneo o del segnale che l’educazione familiare e il controllo sociale non bastano più? La risposta, purtroppo, sembra essere già scritta nelle strade notturne di troppe città italiane, dove l’assenza di controllo genitoriale sta trasformando la notte in un far west generazionale.