La broker, attiva nel Trevigiano, non avrebbe nemmeno potuto promuovere l’investimento, non essendo iscritta all’albo dei consulenti finanziari.
Treviso – Aveva convinto un suo cliente a versarle 98 mila euro per un investimento ad alto rendimento e senza rischi, ma lei ha speso tutto il denaro per finalità personali, rendendosi così responsabile del reato di truffa aggravata. E’ finita così l’attività di un’agente assicurativa attiva nel trevigiano, pizzicata dalla Guardia di finanza dopo una lunga indagine che ha portato le Fiamme gialle a ricostruire l’operato truffaldino della donna.
Tutto è iniziato nel marzo 2022 quando un dirigente d’azienda aveva denunciato di essere stato raggirato dalla donna, con la quale nel corso degli anni aveva stipulato diverse polizze. L’uomo aveva ricevuto la proposta di un investimento che, in appena quattro mesi e con assoluta certezza, avrebbe reso il 15% del capitale. La possibilità di ottenere un rendimento così alto era dovuta al fatto che l’investimento sarebbe stato effettuato tramite la compagnia assicurativa per cui lavorava l’agente stessa, ma con l’accortezza che il premio, da versare in due tranche, una da 50 mila e una da 48 mila Euro, sarebbe dovuto transitare per il conto corrente privato della donna e non nelle casse della società di assicurazioni.
A rassicurare ancor di più la vittima vi era anche la circostanza che la donna aveva formalizzato l’investimento tramite una sorta di accordo scritto, in attesa dei documenti “ufficiali”.
L’uomo si era fidato e aveva fatto i versamenti, ma alle date pattuite per il rimborso, non solo non ha ricevuto la quota interessi promessa, ma neppure le quote di capitale investito. Alle richieste di spiegazioni avanzate dal cliente, l’agente assicurativa ha addotto continue giustificazioni cercando di posticipare il rimborso di quanto dovuto e arrivando addirittura a consegnare un ordine di bonifico, poi revocato.
Grazie agli accertamenti bancari eseguiti dalle Fiamme Gialle, è stato quindi possibile dimostrare che i 98 mila euro, ricevuti dalla donna e transitati sui suoi conti correnti personali, erano stati spesi per finalità private, anziché essere impiegati nell’investimento finanziario prospettato al cliente. I finanzieri del Gruppo Treviso hanno anche accertato che l’agente non avrebbe neppure potuto promuovere l’investimento, non essendo iscritta all’albo dei consulenti finanziari. Le somme di denaro oggetto della truffa sono state sequestrate.