Manette per 17 funzionari doganali, 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri doganali, 10 operatori portuali, un dipendente amministrativo in servizio negli uffici della procura della Repubblica di Salerno, 2 avvocati, 1 finanziere e 10 privati. Tutti insieme appassionatamente aveva messo su meccanismi ben rodati con cui lucrare milioni di euro su tabacco e rifiuti speciali.
Salerno – Peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti. All’alba di questa mattina la guardia di Finanza di Salerno, coadiuvata da 17 funzionari doganali, su disposizione del procuratore Giuseppe Borrelli, ha dato seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare per 69 individui ritenuti responsabili, a vario titolo, di plurimi reati commessi nell’area portuale salernitana. Sono 39 gli arrestati, disposti ai domiciliari, 21 le persone ai divieti di dimora, 9 misure interdittive dall’esercizio della professione. Tra gli indagati 17 funzionari doganali, 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri doganali, 10 operatori portuali, un dipendente amministrativo in servizio negli uffici della procura della Repubblica di Salerno, 2 avvocati, 1 finanziere e 10 privati. L’operazione, denominata “Tortuga”, coinvolge indagati delle province di Salerno, Avellino, Caserta e Napoli ed ha registrato l’impiego di 250 militari appartenenti alle Fiamme Gialle.
Tutto è iniziato, circa un anno e mezzo fa, da una segnalazione all’Ufficio europeo antifrode relativa ad un sospetto contrabbando di tabacco per narghilè, in transito per il porto di Salerno e destinato in Marocco. In quell’occasione il transito di oltre 5 tonnellate di tabacco, con la complicità di alcuni funzionari doganali, è stato registrato fittiziamente in uscita dall’ufficio doganale di Salerno e un’ingente quantità immessa sul mercato con evasione dei diritti doganali stimata in oltre 1 milione e 200 mila euro. Da qui le indagini della Gdf si sono estese a vasto raggio ed hanno permesso di appurare un sistema rodato che fruttava milioni di euro.
Gli indagati disponevano della merce in arrivo o in partenza come meglio credevano, depredavano i container e portavano a casa ciò che desideravano, a volte su richiesta delle proprie consorti:
“…Oh Enzo – si legge nelle intercettazioni dei militari – ma hai già fatto le aperture dell’uva?” Il capo area c’ha un calo di zuccheri”
“…Non ci stanno problemi…ok!”, assicura il secondo”.
Un funzionario doganale chiede alla moglie: “…Senti, vuoi un po’ d’uva bianca senza semi? Uva bianca o no?..”
Agli atti predatori si aggiungevano poi reati ben più gravi come il traffico internazionale di rifiuti pericolosi. Nello specifico l’attività delle Fiamme Gialle si è concentrata su due spedizionieri e 7 africani interessati alle spedizioni di oltre 60 tonnellate di rifiuti, speciali e non, oltre 1000 pannelli fotovoltaici e 1000 accumulatori di energia elettrica rubati, tutto destinato al Continente africano.
Esisteva, quindi, una rete di collaborazioni ben oleata che coinvolgeva principalmente i funzionari delle dogane in servizio nel porto di Salerno e aziende che si occupano dell’imballaggio e della spedizione dei container. I controlli per dare il via libera al carico venivano spesso compilati con netto anticipo e senza i dovuti controlli. Gli indagati tra loro parlavano a volte in maniera cripta, altre volte invece lo facevano in maniera molto chiara: “… Io ho pronto settanta patane (patate) – si sente in un’intercettazione- prendo e te le porto…e ti do pure la mazzetta a te, io il problema non lo tengo…“.
I due avvocati e il funzionario amministrativo, invece, sono accusati di aver avuto accesso ai sistemi informatici al fine di informare i funzionari doganali su possibili procedimenti penali che li riguardassero. Il finanziere, infine, è accusato di aver attestato in maniera fasulla il rientro di merci temporaneamente esportate, mai transitate dal porto di Salerno.