Un nuovo raid statunitense nella notte ha provocato 7 ulteriori morti. Crescono le proteste a Baghdad sulla scia del corteo funebre del generale Soleimani.
Ultimi aggiornamenti sulla crisi mediorientale: continua la tensione in Iraq, ancora una volta nei confronti delle milizie di matrice iraniana impegnate nel Paese. Nel corso della notte si sono intensificati i raid aerei statunitensi: secondo una fonte dell’esercito iracheno, un nuovo attacco avrebbe provocato almeno sette morti e tre feriti gravi. Le vittime corrisponderebbero a Shibl al Zaidi, leader delle Brigate Imam Ali (forze filoiraniane presenti sul territorio iracheno), al fratello e alle cinque guardie del corpo dei due.
Contestualmente, il presidente Trump, parlando con i giornalisti riuniti a Mar-a-Lago, uno dei resort golfistici della Florida di proprietà dello stesso magnate, ha dichiarato di aver ordinato l’uccisione mirata dell’alto vertice iraniano, il generale Qassem Soleimani, al fine di evitare lo scatenarsi di un conflitto più aspro e senza alcuna intenzione di rovesciare il governo dell’Iran. “La scorsa notte abbiamo preso provvedimenti per fermare una guerra, non per iniziarne una”, ha dichiarato Trump, rispondendo alle critiche dei democratici, “il generale Soleimani stava preparando nuovi attacchi: ora il suo regno di terrore è finito. Gli Stati Uniti hanno di gran lunga il miglior esercito del mondo; abbiamo la migliore intelligence del mondo. Se gli americani di tutto il mondo sono minacciati, abbiamo già identificato degli obiettivi. E sono pronto a intraprendere qualsiasi azione necessaria, in particolare nei confronti dell’Iran”.
Intanto il Pentagono ha confermato che sarebbero state dispiegate nuove truppe. Più di 3000 soldati potrebbero essere inviati molto presto sul territorio, un battaglione sarebbe già stato schierato nel vicino Kuwait, mentre i soldati americani presenti a Vicenza potrebbero essere inviati in Libano a protezione dell’ambasciata Usa.
A Baghdad, intanto, migliaia di iracheni stanno partecipando, proprio in queste ore, al corteo funebre di Qassem Soleimani, mentre la bara percorre le vie del quartiere Kazimiya, zona ad ampia presenza sciita. Si registrano numerose contestazioni e distruzioni di bandiere a stelle e strisce al grido di “morte all’America”.