Il ministro della Difesa vuole andare a fondo ed è pronto a denunciare i colleghi di partito responsabili di alcune fughe di notizie.
Roma – Le chat di Fratelli d’Italia nel mirino di una o più talpe? Ci si chiede chi siano i colleghi di partito responsabili di alcune fughe di notizie, a partire dal nome del giudice della Consulta per cui si vota domani. Un’indiscrezione trapelata da una notizia sul Fatto Quotidiano che ora si sta diffondendo a macchia d’olio. Il ministro della Difesa Guido Crosetto è pronto a denunciare chi ha spifferato notizie che dovevano restare riservate. Tira dritto e vuole andare a fondo. Il presidente del Senato Ignazio La Russa invece taglia corto: “Ma ci mancherebbe se io mi preoccupo per una talpa, non mi preoccupo per i leoni, figurati per le talpe”.
La premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni invece è su tutte le furie per l’ennesimo messaggio riservato ai parlamentari e finito nel giro di pochi minuti sulla stampa. Un fastidio che l’ha spinta addirittura a minacciare le dimissioni: “Io alla fine mollerò per questo, fare sta vita per eleggere sta gente anche no” – sbrocca Meloni in chat con gli eletti Fdi dopo che la convocazione per domani per eleggere il giudice costituzionale era stata spiattellata. Per chiudere con un messaggio duro: “L’infamia di pochi mi costringe a non aver più rapporti“. Non è la prima volta che le conversazioni private tra il presidente Meloni e i suoi parlamentari finiscono sui giornali.
Ora si è aperta la caccia alla talpa, con Meloni che minaccia azioni incontrollate e Crosetto che vuole passare alle denunce. Gli indizi porterebbero a un senatore. Anche se negli ambienti di Fratelli d’Italia c’è chi ipotizza un nome molto vicino alla premier che ai suoi occhi e a quelli di molti sembrerebbe insospettabile. Tutto inizia di buon mattino. Alle 11.30 i capigruppo di Camera e Senato Tommaso Foti e Lucio Malan scrivono nelle chat dei parlamentari di Fratelli d’Italia un messaggio semplice e inequivocabile: “Attenzione, martedì 8 ottobre, ore 12.30, indispensabile la presenza di tutti al voto per la Corte costituzionale. Eventuali missioni vanno rimandate o annullate”.
Negli stessi minuti fanno lo stesso i capigruppo di Lega e Forza Italia affinché la maggioranza sia al completo. Dopo sette votazioni a vuoto per la Consulta, l’ottava sarà quella buona: l’accordo in maggioranza sul nome – uno tra il consigliere giuridico della premier Francesco Saverio Marini e il segretario generale di Palazzo Chigi Carlo Deodato – è stato trovato. Peccato che pochi minuti dopo sui siti esca il messaggio di FdI. Meloni va su tutte le furie, teme che i nomi in lizza vengano bruciati. E comunque è scandaloso che i messaggi privati diventino pubblici. Così alle 16.17 la premier scrive nelle chat dei parlamentari il messaggio al veleno con quella frase “Io alla fine mollerò per questo”.