La Corte d’Appello di Algeri ribalta l’assoluzione: multa e risarcimento di 53mila euro ai genitori. Il giovane tecnico modenese aveva 25 anni.
Arriva una svolta giudiziaria nel tragico caso del tecnico italiano deceduto in Algeria nel gennaio 2021. La Corte d’Appello della capitale algerina ha riconosciuto la responsabilità della società che gestisce la struttura alberghiera dove il venticinquenne modenese perse la vita folgorato nella piscina. Una decisione che pone fine a un calvario giudiziario durato anni per la famiglia della vittima.
Il tribunale ha inflitto alla società una sanzione pecuniaria di 200.000 dinari, equivalenti a circa 1.334 euro, e ha stabilito un risarcimento complessivo di 8 milioni di dinari – oltre 53mila euro – da versare ai genitori del giovane, 4 milioni di dinari ciascuno.
La sentenza rappresenta un’inversione di rotta rispetto al precedente giudizio, che aveva assolto il rappresentante legale dell’albergo. Quella decisione era stata però annullata dalla Corte Suprema algerina, che aveva ordinato la riapertura del procedimento. Il nuovo processo si è svolto recentemente con la presenza diretta dei familiari del giovane tecnico.
“Non abbiamo mai perso fiducia nella nostra giustizia. La decisione pronunciata oggi ristabilisce la memoria del defunto e i diritti legittimi dei suoi genitori”, ha commentato il legale che assiste la famiglia, sottolineando come la sentenza confermi che l’Algeria è uno Stato di diritto dove prevale la legge.
Il giovane, tecnico specializzato dell’azienda Sacmi ed ex allenatore sportivo nel suo territorio, si trovava ad Algeri per motivi professionali quando avvenne la tragedia il 4 gennaio 2021, presso l’hotel “Amsterdam” nel quartiere di Roùba, nella zona orientale della città. Secondo i risultati di due esami autoptici, il decesso fu causato da elettrocuzione mentre si trovava nella piscina della struttura.