La decisione dei giudici sull’ex primario del Sacco che ora è in pensione, volto noto delle fasi più drammatiche della pandemia.
Milano – L’infettivologo Massimo Galli, ex primario dell’ospedale Sacco ora in pensione, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, nel processo su uno dei filoni dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale di Milano. La condanna è stata emessa per il reato di falso, relativo al verbale del 2020, mentre invece Galli è stato assolto dall’accusa di turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
“E’ importante che siano cadute le imputazioni di turbativa d’asta e abuso d’ufficio – ha detto Galli dopo la sentenza – non ho commesso alcun reato e porterò avanti le mie convinzioni in un successivo contesto”. È stato assolto Agostino Riva, il vincitore del concorso ‘incriminato’. I pm di Milano Carlo Scalas e Eugenia Baj Macario avevano chiesto una condanna ad un anno e 10 mesi per Massimo Galli, volto noto nelle fasi più drammatiche della pandemia. L’imputazione per Galli riguarda un concorso di quattro anni fa. Agostino Riva, suo stretto collaboratore, risultò il candidato vincente nel 2020 di un concorso per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente.
Per Riva i pm hanno chiesto una condanna ad un anno e 6 mesi, anche per lui, come per Galli, con le attenuanti generiche. Per i pm, Galli fu “il regista dell’operazione”. Sempre per l’accusa, quello non fu, infatti, “un concorso vero”, ma il bando fu ritagliato “su misura”, con i criteri valutativi predefiniti, per Riva, come emerso da alcune intercettazioni tra Galli e Riva. L’altro candidato “aveva capito che andare contro Galli significa andare contro una macchina mediatica, perché Galli in quel periodo era uno dei big, andare contro Galli era andare contro Maradona a Napoli“.