Quattro giovani colpiti dai provvedimenti del Questore. Divieti di accesso a locali e impianti sportivi.
Como – La Questura di Como ha notificato quattro nuovi provvedimenti di prevenzione – due Daspo fuori contesto e due Dacur – nei confronti di altrettanti giovani protagonisti di episodi di violenza e criminalità sul territorio lariano. I provvedimenti, firmati dal Questore Marco Calì, si aggiungono a quelli già emessi nei giorni scorsi per i fatti di Maslianico e Cernobbio.
I Daspo per le risse
Due Daspo fuori contesto hanno colpito giovani di 18 e 17 anni (classe 2005 e 2006) che hanno partecipato alle violente risse verificatesi tra il 16 e il 17 giugno scorsi nei comuni di Cernobbio e Maslianico. I provvedimenti sono scaturiti dalle indagini condotte dai Carabinieri, intervenuti tempestivamente durante gli scontri.
Per entrambi scatta il divieto di un anno di accesso a tutti gli impianti sportivi del territorio nazionale e degli stati membri dell’Unione Europea, oltre alle vie di pertinenza. Non potranno inoltre stazionare o frequentare le stazioni ferroviarie di Como.
I Dacur per i locali
Il primo Dacur è stato notificato a un tunisino di 37 anni arrestato nei giorni scorsi per spaccio di droga in un locale di Asso. Per un anno non potrà accedere né sostare nei pressi di tutti i locali destinati all’intrattenimento e alla somministrazione di alimenti e bevande situati nel comune di Asso, nel perimetro compreso tra Via Brusa, Via Gramsci e le vie principali della località.
Il secondo Dacur riguarda un 23enne residente nel Locarnese, responsabile di minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, oltre a lesioni personali aggravate commesse in un locale di Como. Anche per lui scatta il divieto annuale di accesso e stazionamento in tutti i locali del capoluogo lariano e nelle vie principali della città.
I provvedimenti, predisposti dagli specialisti della Divisione Anticrimine della Questura, riportano tutti la dicitura che definisce i soggetti coinvolti come persone “impermeabili ai precetti dell’Autorità e pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica”.