Arresti domiciliari comminati a un individuo 50enne, di professione commercialista, indiziato dei reati di peculato e falsità materiale commessi usufruendo della posizione di curatore fallimentare di 4 procedure.
Taranto – I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della città pugliese hanno dato esecuzione alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di un 50enne, di professione commercialista, gravemente indiziato dei delitti di peculato e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale aggravata e continuata, commessi in qualità di curatore fallimentare ovvero commissario liquidatore nominato dal Tribunale di Taranto nell’ambito di quattro procedure concorsuali.
Le investigazioni, avviate a seguito di denuncia dei nuovi curatori fallimentari nominati in sostituzione del commercialista dal tribunale di Taranto –Sez. Civile- e condotte dalle Fiamme Gialle tarantine, consentivano di acquisire elementi di prova da cui desumere – allo stato – la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’indagato, che – rivestendo la qualità di Pubblico Ufficiale, come professionista incaricato dal Giudice delegato (ex art. 30 L.F.) nell’ambito di quattro procedure fallimentari, ed avendo in virtù di tale qualifica la disponibilità di somme di denaro vincolate e giacenti sui conti correnti intestati alle medesime procedure – si appropriava di importi fino ad un totale di circa 750mila euro.
Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto, in particolare, escutevano persone informate sui fatti e poi eseguivano acquisizioni documentali e indagini finanziarie, a seguito delle quali ricostruivano accuratamente le operazioni bancarie del professionista, confrontando gli estratti conti con i provvedimenti giudiziari effettivamente depositati e risultanti dagli atti delle procedure.
Da tali approfondimenti investigativi emergeva che l’indagato, in un arco temporale di circa 10 anni, dal 2012 al 2021, effettuava centinaia di prelievi bancari illeciti ed emetteva assegni circolari in suo favore apparentemente giustificati dalla falsa copia dei relativi mandati di pagamento, in realtà mai depositati agli atti della procedura e recanti la sottoscrizione apocrifa dei giudici delegati.
Contestualmente alla misura cautelare personale il G.I.P. ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo, diretto e per equivalente, di somme di denaro nonché immobili e disponibilità finanziarie fino alla concorrenza dell’importo di circa euro 750mila, pari al provento dei reati finora accertati.
I provvedimenti eseguiti sono misure cautelari disposte in sede di indagini preliminari avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, ed il destinatario delle stesse è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.