Lo ha disposto la Corte d’Assise di Parma nella prima udienza del processo alla 22enne accusata di duplice omicidio.
Parma – – La Corte di Assise di Parma, presieduta dal giudice Alessandro Conti, ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere di Chiara Petrolini, la giovane di 22 anni accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei suoi due figli neonati. La decisione è emersa oggi al termine della prima udienza del processo alla giovane. Il conferimento dell’incarico ai periti, che saranno nominati al di fuori dell’udienza, è stato fissato per il 15 settembre 2025, quando saranno ascoltati anche i primi testimoni.
Chiara Petrolini è accusata di aver ucciso i suoi due figli neonati, partoriti in segreto nel 2023 e nel 2024, e di averne sepolto i corpi nel giardino della villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. I fatti risalgono al 12 maggio 2023 per il primo neonato, Angelo Federico, e al 7 agosto 2024 per il secondo, Domenico Matteo. Secondo l’accusa, rappresentata dalla pm Francesca Arienti e dal procuratore Alfonso D’Avino, la giovane avrebbe agito con premeditazione, nascondendo entrambe le gravidanze a familiari, amici e al fidanzato Samuel Granelli, padre dei bambini, che si è costituito parte civile insieme ai suoi genitori.
Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno rivelato che Chiara Petrolini avrebbe partorito da sola in casa, tagliando il cordone ombelicale senza chiuderlo, causando la morte dei neonati per shock emorragico. I corpi sono stati poi sepolti in un’aiuola sotto la finestra della sua camera da letto, un dettaglio che ha aggiunto ulteriore orrore alla vicenda. La scoperta del primo neonato, avvenuta il 9 agosto 2024, è stata seguita dal ritrovamento del secondo, emerso durante le indagini successive. La giovane, attualmente agli arresti domiciliari, ha confessato di aver agito da sola, senza informare nessuno delle gravidanze.
Durante la prima udienza, l’avvocato difensore di Chiara Petrolini, Nicola Tria, ha posto al centro del dibattimento una domanda cruciale: “Chi è Chiara Petrolini?”. Più che ricostruire i fatti, già noti, la difesa ha insistito sulla necessità di comprendere lo stato mentale della giovane al momento dei reati. “Non si tratta di capire cosa ha fatto, ma chi sia veramente Chiara”, ha dichiarato Tria, sottolineando le discrepanze tra le consulenze psichiatriche di parte. Quella della Procura ha concluso che la giovane fosse capace di intendere e volere, mentre quella della difesa ha evidenziato un possibile “disturbo della personalità con stato dissociativo”.
La pm Arienti, pur non opponendosi alla richiesta di perizia, ha ribadito che “non c’è nulla nella storia di Chiara Petrolini che possa insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica”. Ha sottolineato come la giovane conducesse una vita apparentemente normale, descritta da chi la conosceva come una studentessa attenta, una babysitter amorevole e una volontaria in parrocchia. Tuttavia, la Corte ha ritenuto necessario un approfondimento, disponendo una perizia psichiatrica non solo per valutare la capacità di intendere e volere al momento dei fatti, ma anche per accertare l’eventuale pericolosità sociale dell’imputata.