Nella vita quotidiana il “sesto senso” viene comunemente inteso come la capacità di prevedere determinati eventi. Nulla di extrasensoriale. Madre natura lo ha fornito a ognuno di noi, oltre a vista, tatto, gusto, olfatto e udito.
Roma – Si tratta della “propriocezione”, ovvero la capacità di sentire il proprio corpo nello spazio. Questo sistema è come un radar ed è dotato di tanti recettori diversi diffusi su tutto il corpo per avere informazioni che ci aiutano a capire dove ci troviamo e siamo, pure a occhi chiusi. Non sempre siamo consapevoli del sesto senso, in quanto il cervello elimina gli stimoli sensoriali presenti in continuazione per potersi dedicare alle azioni quotidiane. Come ad esempio guidare l’auto, scrivere o cucinare.
Come gli altri cinque sensi, anche la propriocezione può subire qualche rallentamento. Ad esempio, può capitare a chi viene sottoposto a sedute di chemioterapia per i tumori o durante l’adolescenza, quando il corpo muta rapidamente. Ma, anche, quando si dimagrisce o quando in palestra si mettono su muscoli o si subisce un trauma muscolare. In questi casi per recuperare la propriocezione esiste la fisioterapia riabilitativa. Ma poiché la natura si è mostrata sempre generosa con noi, ci ha donato un ulteriore senso, trascurato, ma non meno importante. Ci si riferisce alla enterocezione, una sorta di rilevatore delle condizioni interne dell’organismo e in coppia con la propriocezione fa riconoscere il nostro corpo nella sua completezza.
Si comporta quasi come un detective, nel senso che accumula ogni tipo di dati da organi, circolazione sanguigna e altro. In questo trasmette informazioni di vario tipo. Alcune giungono alla nostra consapevolezza, come quando abbiamo fame, sete, sonno, dolore. Altre sono talmente “riservate” che non ce ne rendiamo conto di averle, tranne quando lo facciamo volutamente, come, ad esempio, ascoltare il ritmo del respiro o i battiti del cuore. Questi sensi sono nascosti, ma se non li avessimo, più che degli esseri umani saremmo, come illustra qualunque manuale di scienze, degli animali unicellulari.
È da evidenziare che il “sesto senso” ha una funzione importante per la nostra salute mentale, perché influisce su molti processi psicologici, ad esempio quello decisionale, l’abilità sociale e il benessere emotivo. L’interocezione bloccata è persino segnalata in molte condizioni di salute mentale, tra cui depressione, ansia e disturbi alimentari. Potrebbe essere anche la ragione di sintomi simili, come sonno disturbato o affaticamento. Da alcuni studi è emerso che esiste una differenza in questo tipo di percezione tra uomini e donne, pur non essendo ancora evidenti i motivi che causano questa diversità. Altre teorie hanno associato questo tipo di percezione agli ormoni, ma le conoscenze scientifiche attuali sono ancora limitate.
Certo che se guardiamo lo scenario che ci circonda, fatto di desolazione, distruzione (l’alluvione in Emilia-Romagna ne è la conferma), crisi in tutti i settori della vita, individuale e collettiva, di interocezione c’è una forte carenza. Soprattutto tra chi detiene le “redini del gioco”: ci sarebbe bisogno di una forte cura ricostituente. Per la cronaca, a conferma di come nell’immaginario collettivo il “sesto senso” abbia a che fare col paranormale, ricordiamo il film di M. Night Shyamalan del 1999 dal titolo Il sesto senso, appunto. Narra le vicende di uno psichiatra infantile, Bruce Willis, e di un bambino che è disturbato da visioni: asserisce di vedere la gente morta. Accertata dal punto di vista della scienza l’importanza ed esistenza del sesto senso è senza alcun dubbio, meglio averlo che non, in tutti i… sensi!