Sono centinaia di migliaia e vivono di espedienti e criminalità ma sembrano scomparsi come fantasmi. Dove si sono nascosti? Come stanno? Sono infetti? Che cosa sanno del Covid 19?
In Italia si contano circa 600.000 migranti irregolari secondo l’Istat. Poco meno degli abitanti di Palermo. A questi si debbono aggiungere i senza fissa dimora in numero davvero imprecisato, forse altrettanti. Barboni a parte i migranti che risiedono nel nostro Bel Paese in stato di clandestinità vivono di espedienti e microcriminalità quando non sono sul libro paga delle mafie per due delle cosiddette vecchie lire. Come tetto hanno a disposizione edifici abbandonati, fabbriche dismesse, cattedrali nel deserto ridotte a ruderi fatiscenti, opifici e caserme in disuso sia nel centro che nelle immediate periferie delle città. Moltissimi di loro non hanno mai avuto un controllo sanitario da quando si trovano in Italia con tutto quel che ne consegue.
Molti di loro si curano grazie all’automedicazione ma quando c’è qualcosa di più grave che cosa fanno? Dopo il varo dei decreti restrittivi contro il dilagare della terribile malattia virale che ci ha colpiti, dove si sono rifugiate questi poveri disgraziati? Dove si sono nascosti, se si sono nascosti, queste migliaia di individui che poco o nulla hanno compreso della più grave pandemia moderna che si sia abbattuta sul vecchio Continente? Dove sono? Dove solitamente alloggiavano sono stati effettuati controlli e bonifiche? Molti di loro sono stati visti da cittadini camminare in gruppi di cinque o sei persone lungo la fascia urbana di città come Milano, Roma, Catania ed altre aree metropolitane. Dove vanno, da dove vengono? Sono sani o infetti? Possono infettare? Rappresentano realmente un pericolo oppure i cittadini che li segnalano sono soltanto fortemente impressionabili?
Insomma sono centinaia di migliaia e i nostri connazionali vorrebbero sapere che fine hanno fatto, per lo meno quelli che non si vedono più in giro. Sono stati ricoverati? Sono stati trasferiti in appositi centri di soccorso per nomadi stranieri? Come si procurano il cibo a mense chiuse? Come si puliscono se ostelli e docce pubbliche sono sbarrati? Dove espletano i loro bisogni fisiologici che, in caso di contagio, costituiscono deiezioni ad alto rischio? Sappiamo quanti di loro sono infetti? Quanti presentano sintomi Covid 19 riconducibili?
Ci sono morti fra questi? Non sappiamo nulla perché nulla è possibile sapere quando si tratta di invisibili, di ultimi, di diseredati, di barboni negri. Saranno quello che sono. Anche brutti, sporchi e cattivi. Ma sono esseri umani con diritti identici a quelli della nostra vicina di casa. Gli stessi nostri diritti. Certo da osservare avrebbero anche una bella sfilza di doveri ma vaglieli a spiegare dopo che li abbiamo trattati come cani rognosi. Come rifiuti dentro i loro cassonetti di cemento sporco e puzzolente. Insomma ci vuole coraggio ma nessuno mai ha dimostrato sul serio di voler fare qualcosa di concreto per arginare questo problema gravissimo. Men che meno in un momento tragico come questo. Chi ha visto Mohamed e Butu’?